Direttiva sulla trasparenza ESG: il cambio di passo necessario per le imprese (grandi e piccole)
Corso on line per scoprire i nuovi obblighi di trasparenza e sostenibilità imposti dalla Direttiva CRSD (Corporate Sustainability Reporting Directive)
Il corso è fruibile in modalità live streaming
Comodamente seduto al tuo Pc, potrai partecipare alla diretta on line e interagire con il docente, come se fossi in aula
Dove e quando
Data: 1° febbraio 2023
Ore: 9-13
Durata
Quota di iscrizione
Prezzo Iva esclusa
200 € (+Iva 22%)
- In caso di iscrizioni aziendali multiple, è previsto uno sconto del 10% a partire dalla seconda quota di partecipazione
PRESENTAZIONE DEL CORSO
La nuova Direttiva sulla trasparenza ESG (CSRD-Corporate Sustainability Reporting Directive) imporrà alle aziende di grandi dimensioni di rendicontare l’approccio e le performance in ambito sociale, ambientale e di governance.
I criteri sono (sufficienti 2 su 3): fatturato superiore a 40 milioni di euro, attivo SP superiore a 20 milioni di euro, dipendenti superiori a 250.
La raccolta e la condivisione di informazioni sulla sostenibilità diventeranno dunque la norma per quasi 50.000 aziende nell’UE, rispetto alle circa 11.700 coperte dalle norme attuali.
In Italia saranno circa 5.000 le aziende coinvolte da tale obbligo (a partire dall’esercizio 2025).
Se anche le PMI non saranno coinvolte dall’obbligo normativo, dovranno prepararsi a fornire informazioni sulle tematiche ESG alle imprese clienti.
Essere sostenibili oggi non basta, è sempre più necessario essere in grado di “provare/dimostrare” di aver avviato un percorso. Sempre più il presidio degli impatti sociali e ambientali è questione di business.
Come prepararsi?
Da dove partire e su cosa concentrare le risorse?
In questo evento formativo, progettato da W.Training con ALTIS Advisory, Spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, verrà spiegato come le nuove norme previste dalla Direttiva CSRD renderanno le imprese più responsabili nei confronti dei cittadini, obbligandole a pubblicare regolarmente i dati relativi al loro impatto sociale e ambientale.
Un impegno che – a prescindere dai nuovi obblighi UE di trasparenza sulla sostenibilità – dovrebbe essere preso da tutte le imprese, grandi e piccole: trattare le informazioni non finanziarie alla pari di quelle finanziarie, infatti, consente alle organizzazioni di aumentare il proprio engagement, di monitorare i propri KPIs e di porsi nuovi e sfidanti obiettivi che consentano la riduzione dei propri impatti.
LA DOCENTE
Stella Gubelli
Amministratore Delegato di ALTIS Advisory SRL SB e docente dell’Università Cattolica.
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