La digital transformation ha subito un’accelerazione senza precedenti negli ultimi 2 anni, con un impatto significativo su CIO e IT manager (e di riflesso sulle organizzazioni di cui fanno parte): i loro ruoli, infatti, si sono fortemente modificati dopo la pandemia, spingendo le aziende verso una trasformazione concreta ed “epocale”.
Per far luce su questi cambiamenti, in collaborazione con CIONET Italia, Aruba Enterprise ha condotto una survey che ha coinvolto quasi 250 aziende, con un panel composto per il 96% da Decision Maker dell’area IT (CIO, ICT Manager e CTO) e per il restante 4% da Decision Maker dell’area Innovazione e HR.
L’indagine ha preso le mosse dall’analisi del “digital mindset”, quindi da quella mentalità volta al cambiamento e all’apprendimento continuo in ambito digitale: il 72% dei leader coinvolti ha dichiarato che la propria “mentalità digitale” si è modificata – del tutto o in parte – in seguito alla pandemia. Sintomo che il contesto attuale ha cambiato le persone, rendendole più vulnerabili ma sicuramente più ricettive e aperte alle novità.
Lo testimoniano anche i risultati della survey, secondo cui “avere un Digital Mindset” per i CIO italiani significa approcciare il digitale rimanendo aperti alle novità (83%) e sapendo interpretare i cambiamenti (78%).
Interessante notare come quasi 9 dirigenti su 10 si ritengano pronti alle prossime sfide digitali; tuttavia, il 60% di loro non pensa lo stesso della propria azienda. Da tale dato, emerge come i C-level dell’IT debbano farsi portavoce del messaggio della tecnologia come abilitatore della semplificazione dei processi di business. Infatti, al di là dell’aspetto culturale, se gli IT Manager inizieranno a stabilire un legame di fiducia con le persone che lavorano sui processi, molte barriere culturali verranno abbattute.
Non è casuale, dunque, che tra le soft skill che concorrono al Digital Mindset, la più importante sia rappresentata dall’approccio collaborativo, dunque dalla necessità di stimolare la creatività e la cooperazione del team con diversità di pensieri, approcci e visioni (61%). Seguono la curiosità (56%), il coraggio di osare (50%) e la conoscenza di tecnologie e strumenti da approcciare con senso critico (45%).
Quali, quindi, le caratteristiche distintive della figura di Leader nell’attuale contesto di Digital Transformation? Proattività e flessibilità sono le doti principali per il 56% dei rispondenti, seguono ben distanziate le capacità comunicative (42%), l’attitudine ad una prospettiva olistica, dunque a possedere una visione d’insieme (39%) e l’essere visionari (36%). L’empatia si classifica solo quinta (33%).
“Analizzando quanto emerso dalla survey, si evince come il modello che si sta diffondendo è quello di un settore IT non più percepito come un costo ma piuttosto come un investimento necessario, capace di generare valore. – ha commentato Vincenzo Maletta, Head of Sales di Aruba Enterprise – In questo contesto cambia anche il ruolo del CIO, che non assume più una posizione marginale ma entra progressivamente a far parte del board strategico dell’impresa, dialogando sempre più con stakeholder finanziari e direzionali. Un ruolo centrale, dunque, come il cambiamento che può assicurare.”