Sono 326 i chilometri fin qui percorsi dall’atleta paralimpico Andrea Devicenzi lungo il tracciato della Via Postumia. Partito, lo scorso 21 agosto, dal Friuli Venezia Giulia (CLICCA QUI per leggere il primo articolo dedicato alla sua impresa), è poi entrato in Veneto (CLICCA QUI per le leggere il secondo articolo), regione che non abbandonerà fino al prossimo 20 settembre, quando entrerà in Lombardia.

Il caldo e l’umidità hanno lasciato dei segni sul suo corpo e le ferite prodotte dallo sfregamento con la pelle delle sue supertecnologiche stampelle Katana (le cui parti in carbonio vengono prodotte dalla stessa ditta che ha realizzato le parti strutturali in materiale composito di Vega VV16, il lanciatore leggero dell’Agenzia Spaziale Europea) hanno tardato a guarire.

La fatica e le sofferenze, però, sono state compensate dallo spettacolo che la natura ha offerto al viandante. Uno spettacolo che, a volte, come l’apparire a perdita d’occhio della laguna, dopo aver costeggiato per chilometri il Vecchio Piave, è inaspettato. “Un percorso come la Via Postumia – dice infatti Andrea Devicenzi -, dove camminerai per oltre 900 chilometri, lo devi preparare, studiare, imparare, ma è impossibile a mio avviso non lasciarsi sfuggire qualche dettaglio, o meglio, qualcosa di speciale”.

Qualcosa di speciale come gli incontri fatti durante la strada, la compagnia di amici di vecchia data o di sconosciuti incontrati per caso, l’odore dell’erba dopo la pioggia, o l’oro dei campi di grano inondati dal sole, l’accoglienza delle autorità coinvolte dall’impresa di Andrea, le mura di una vecchia città o, ancora, il fascino del cimitero delle burci nel fiume Sile, dove, una volta terminato il loro compito, sono state portate e affondate vecchie imbarcazioni, rimaste però a pelo d’acqua e così possibili da ammirare.

Tra i molti incontri succedutisi lungo la strada, nel video che trovate in questa pagina vi raccontiamo quello avvenuto a Badoere, frazione del Comune di Morgana, in Provincia di Treviso.

La caratteristica piazza, denominata “La rotonda” per la sua forma, cela dietro la sua storia una bellissima realtà ultra centenaria di passione, coraggio e lungimiranza.

Alla Filanda & Tessitura “La Colombina” Andrea Devicenzi ha incontrato i fratelli Carlo e Massimo. Carlo, architetto, ha parlato dei suoi nonni e della storia dell’azienda con quell’entusiasmo ereditato dai suoi avi.

Un’azienda che ha avuto la capacità di reinventarsi in occasioni di rivoluzioni produttive e che oggi punta sempre più alla qualità, abbinata alla tradizione, la formazione dei giovani combinata con l’innovazione.

Redazione