Da qualche giorno abbiamo iniziato a liberarci dalle catene che ci stringevano durante gli ultimi mesi di lock-down. La sensazione di tutti è che il mercato sia leggermente cambiato rispetto ad inizio anno e questo spinge le aziende a cercare delle alternative. L’intera supply-chain sembra uscirne indebolita in quanto i diversi attori della filiera non riescono a trovare la loro nuova dimensione. Come se in questo contesto si fosse perso ogni desiderio di prendere iniziativa, ogni azienda vede i propri clienti e fornitori come se fossero congelati, nessuno ha il coraggio di proporre qualcosa di nuovo, tutti in attesa di una scossa proveniente dall’esterno che possa riattivare l’intera catena. Nessuno sembra interessato a fare più del necessario, viene proposto solo ciò che viene richiesto e che in questo momento non rappresenta altro che il minimo indispensabile. Sembra che a tutti interessi solo fare previsioni, forse la cosa più complicata.

Le aziende che in questa fase dimostreranno flessibilità e desiderio di ripartire davvero, avranno una posizione di rilievo sul mercato nei prossimi mesi. Nel breve periodo sarà importante ricostruire ed acquisire nuove quote di mercato, ma il vero valore aggiunto sarà rappresentato dal costruire un’organizzazione veramente flessibile in grado di adattarsi rapidamente al contesto. Le aziende dovranno avere spirito di iniziativa, altrimenti tutte le opportunità che si potrebbero generare resterebbero celate ed impossibili da cogliere.

La vera differenza la faranno le persone, le aziende italiane sono mediamente composte da individui che lavorano in un determinato modo da molti anni. Questi individui difficilmente cambieranno il proprio modo di lavorare nonostante le necessità imposte dal contesto esterno. Parliamo di persone abituate da decenni a svolgere il proprio lavoro con una certa padronanza e secondo procedure a loro adatte, questo li colloca in una situazione di confort che non lasceranno facilmente. Il vero cambiamento deve partire da lavoratori con due caratteristiche ben precise: una certa credibilità all’interno dell’organizzazione e una spiccata voglia di innovare e mettersi alla prova. Persone che dovranno essere libere di pensare ed osare, entusiaste e considerate visionarie rispetto al risultato immaginato. In pratica, questi individui devono traghettare l’impresa dal pantano attuale ad una nuova situazione dinamica, precisamente devono guidare il cambiamento ed ottenere il consenso dei colleghi attraverso il coinvolgimento. Se le cose dovessero andar bene, tutti hanno poi piacere a salire sul carro dei vincitori.

I processi di cambiamento non sono semplici e possono richiedere tempo, ma l’investimento che verrà fatto in queste settimane ci restituirà delle organizzazioni dinamiche. Lavoratori che avranno il desiderio di innovarsi costantemente per rispondere a tutte le sfide che il futuro potrà presentare, persone che pensano e non che lavorano per inerzia. Approfittiamo di questo periodo negativo per raccogliere solo ciò che di positivo può venirne fuori, abbandoniamo gli standard di lavoro ormai inadeguati in favore di attività realmente a valore aggiunto.

Giacomo Bellantoni