Il Gruppo Cegos, leader internazionale nel settore del Learning & Development, presenta i risultati del suo International Barometer “Transformations, skills and Learning”.
L’indagine 2024 è stata condotta in 9 Paesi quali Europa (Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna), Asia (Singapore) e America Latina (Brasile, Messico, Cile). In questa edizione sono stati intervistati 5.000 dipendenti e 469 Direttori o Responsabili HR, tutti operanti in organizzazioni del settore privato e pubblico con 50 o più dipendenti.
KEY FIGURE
I – L’accelerazione del cambiamento tecnologico è al centro della sfida delle competenze.
- Il 63% dei Direttori HR ritiene che le sfide per le competenze dei prossimi due anni siano legate soprattutto ai cambiamenti tecnologici, in particolare Intelligenza Artificiale e Data. (61% ITA)
- Il 76% dei dipendenti sostiene che le attuali sfide di trasformazione (tecnologica, climatica, sociale, ecc.) cambieranno il contenuto del loro lavoro (70% ITA).
- Il 31% pensa che questi cambiamenti potrebbero far scomparire il proprio lavoro (25% ITA).
- Secondo i Responsabili delle Risorse Umane, il 19% dei lavori nelle loro organizzazioni è a rischio obsolescenza delle skill nei prossimi tre anni (18% ITA).
- Lo sviluppo di competenze in relazione alla transizione ecologica è ancora in ritardo (29% a livello globale, 36% ITA).
- Per quanto riguarda le soft skill, il 39% dei dipendenti desidera fare formazione per migliorare nell’efficacia organizzativa del proprio lavoro, il 36% nella creatività e il 33% nell’agilità. In Italia le percentuali sono rispettivamente 45%, 33% e 30%. Al secondo posto si trova imparare ad imparare con il 34%.
II – Lo sviluppo delle competenze è una sfida strategica condivisa.
- Il 78% (71% ITA) dei dipendenti e il 90% (85% ITA) degli HR Manager afferma che lo sviluppo delle competenze sia una leva strategica per la propria azienda.
- Il 63% dei lavoratori considera lo sviluppo delle competenze una responsabilità equamente condivisa tra azienda e dipendente (54% ITA).
- Il 92% dei dipendenti dichiara di essere disposto a formarsi per adattarsi al modo in cui i lavori e le professioni stanno cambiando ora o nel futuro (87% ITA).
- Il 58% dei dipendenti è disposto a finanziare personalmente parte dei costi di formazione (48% ITA).
III – Le organizzazioni devono affrontare la sfida del “time to competency” quando si tratta di formare in modo adeguato e just in time.
- Gli HR Manager ritengono che le loro organizzazioni siano abbastanza agili nell’affrontare la sfida del “time to competency”, con un punteggio medio di soddisfazione di 7,2/10 (ITA 6,82).
- Il 44% dei Responsabili HR trova difficile far coincidere l’offerta formativa con le esigenze di
- competenze della propria azienda. (+3 punti rispetto al 2023); percentuale maggiore in Italia, 57%.
- Il 43% dei dipendenti dichiara che la risposta alle loro esigenze di formazione arriva spesso in ritardo (44% ITA).
IV – Quali sono i sistemi di formazione esistenti, cosa ci si aspetta e cosa potrebbe cambiare grazie all’Intelligenza Artificiale.
- Il 46% dei corsi di formazione sono a distanza (41% ITA) e il 57% in modalità sincrona (62% ITA).
- Il 52% dei dipendenti desidera soprattutto una formazione on the job, interattiva, divertente (42%) e personalizzata (38%). In Italia, le percentuali sono rispettivamente: 50%, 34% e 47%. Anche la richiesta di una maggiore varietà di approcci e formati è molto rilevante, posizionandosi al secondo posto con il 48%.
- Il 49% degli HR Director colloca l’e-coaching in cima alla lista dei nuovi metodi di formazione utilizzati o da implementare nel breve periodo. In Italia la percentuale è lievemente più alta: 52%.
- L’Intelligenza Artificiale si sta affermando saldamente nel panorama della formazione: il 44% dei dipendenti ha già utilizzato la GenAI per apprendere (35% ITA), mentre l’81% dei Direttori HR l’ha già usata o sta pianificando di farne uso (86% ITA), in particolare per personalizzare i corsi.
- Il 74% dei Direttori HR si avvale dei Learning Data.
“Secondo i Responsabili HR l’avvento della GenAI è il punto chiave per lo sviluppo delle competenze. Si riscontrano molti bisogni formativi in quest’area e in Cegos stiamo rispondendo a vari livelli complementari per sostenere le imprese in questa priorità strategica. A completamento della formazione in ambito IA, le soft skill, come il pensiero critico, la creatività o l’agilità, si stanno rivelando sempre più cruciali. Queste abilità umane garantiranno un uso pertinente, sicuro ed etico delle tecnologie – ha commentato Alessandro Reati, HR Business Practice di Cegos Italia. La formazione sulla CSR che riguarda tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile, è al tempo stesso una sorpresa e un campanello d’allarme. Sta lentamente guadagnando terreno, tanto è vero che stiamo assistendo ad un’accelerazione della domanda formativa individuale e pacchettizzata. Ma nonostante gli urgenti cambiamenti da apportare e l’aumento della pressione normativa, sono ancora pochi i progetti formativi di rilievo sviluppati dalle organizzazioni su temi relativi a tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile. Riteniamo che queste esigenze cresceranno, in linea con la direttiva europea CSRD e con l’assoluta necessità di coinvolgere tutte le linee di business in un approccio di performance responsabile”.