Si parla molto del tema della sostenibilità ambientale, oramai questo termine è utilizzato quasi come un intercalare quando si parla di economia ed industria. Purtroppo, questa parola non può rappresentare un desiderio da soddisfare per seguire la moda del momento, bensì “sostenibilità” racchiude tutta una serie di concetti volti a predisporre diverse misure necessarie. Per cosa? Per porre rimedio a tutte le scelte irresponsabili che l’uomo ha effettuato fin dagli albori dell’industrializzazione. La situazione attuale restituisce più di un segnale/indizio sul fatto che i paradigmi economico-industriali stanno mostrando tutti i limiti e tutta la loro inadeguatezza verso i mutati scenari. Siamo oramai giunti ad un punto di non ritorno e servono misure assai urgenti per ridisegnare nuovi ecosistemi e dare al tema sostenibilità la sua priorità per la salvaguardia del nostro caro pianeta. Stefano Massari, Sales Manager Account di DM Management & Consulting offre il proprio punto di vista su quali sono gli step fondamentali per intraprendere il cammino verso un’industria sostenibile.

Facile? Assolutamente no

Senz’ombra di dubbio il discorso è assai complesso poiché, una volta messo mano a tutti i meccanismi che regolano ancora oggi gli equilibri economico-industriali, vi saranno innumerevoli implicazioni a cascata. Tuttavia, è possibilissimo iniziare il percorso verso un’economia circolare e ciò è dimostrato dall’esistenza di una parte dell’industria che è sostenibile; sostenibile significa quell’industria che agisce in modo attivo e proattivo per la salvaguardia ambientale e che, come core business, si pone obiettivi green. In tutto ciò il MISE, all’interno del DM del 15/10/2014 offriva già una definizione precisa di cosa si intende per industria sostenibile, ossia “Un modello industriale che è definito a livello europeo, costituito da requisiti essenziali – crescita intelligente, sostenibile e inclusiva – i quali devono essere contemporaneamente soddisfatti.

Analizziamo i perché di questi requisiti effettuando alcune considerazioni:

1) La crescita intelligente non è cosa nuova, poiché è sempre stata necessaria per il progresso tecnologico. Oggi rappresenta un requisito ancora più importante poiché occorre sviluppare un nuovo tipo di economia che sia basata sulla conoscenza e di conseguenza sull’innovazione.

2) La crescita deve essere anche sostenibile, perché deve promuovere un’economia differente dai vecchi paradigmi poiché verrebbe meno il primo requisito. Deve avere l’approccio di efficienza per quanto riguarda tutte le risorse. L’ottimizzazione e la limitazione di qualsiasi spreco, non solo energetico o di materie prime, ma anche di tempo, tende a rendere l’industria più green/verde e più competitiva.

3) La crescita inclusiva: questo requisito ha una forte connotazione sociale perché va a sostenere un modello di economia ad alto tasso di occupazionale, favorendo la coesione sociale e territoriale. La crescita inclusiva e il nuovo modello economico prefigura un rinnovamento dell’industria cosiddetta “matura” e al contempo la promozione di un’industria “evoluta”. Quest’ultima sarà il risultato di una corretta combinazione di capacità di sviluppo e integrazione con nuove tecnologie e nuova conoscenza. Ciò permetterà di massimizzare la sinergia tra tre dimensioni: sociale, economica e ambientale.

Il primo passo verso l’industria sostenibile

Come è possibile ottimizzare le risorse, limitare qualsiasi spreco, sapere con precisione quali tecnologie integrare e dove? Questi sono solo alcuni degli innumerevoli quesiti a cui i dati e le informazioni rappresentano ciò che serve a fornirci le risposte. Da dove si possono attingere le informazioni e i dati? Il primo passo è quello di trovarne l’origine e ciò è piuttosto semplice di quello che si può immaginare. Possiamo affermare che i dati sono il risultato dell’interazione tra persone e successivamente della tecnologia. Infatti, l’innovazione e il progresso sono identificabili come processi sociali che successivamente coinvolgono la tecnologia. Ricordiamo l’impatto sulla società generato dalla prima rivoluzione industriale? L’obiettivo della prima rivoluzione industriale non era forse quello di soddisfare i bisogni delle generazioni del tempo, senza compromettere quelli delle generazioni che sarebbero venute in futuro?

È pertanto attraverso le informazioni che è possibile comprendere in modo profondo le azioni e le conseguenze di una logica aziendale, perché ogni azienda ne possiede una. Tuttavia, questo aspetto non è la soluzione finale, poiché non è immediato capire da dove iniziare per innovare ed essere sostenibili, però il punto di partenza è sicuramente un’analisi interna che identifichi le inefficienze e i maggiori sprechi di materie prime.

Per poter innovare bisogna, come detto, prendere in considerazione quei dati e informazioni che vengono forniti dalle macchine. Il fattore chiave dell’innovazione, di conseguenza, ha come obiettivo la gestione ottimizzata. Per farlo sono necessari i software MES, in grado di acquisire e analizzare i dati, monitorando e sincronizzando in tempo reale l’esecuzione di processi fisici per la trasformazione delle materie prime in prodotti intermedi e finiti. Sono gli indici di performance, meglio conosciuti come KPI che consentono di individuare tutte le inefficienze e stabilire le azioni da intraprendere. A questo punto, una volta ottimizzati i processi si può includere nel proprio business l’economia circolare. Molto spesso, le soluzioni per l’industria sostenibile derivano dalle informazioni provenienti dalle linee produttive. Non sono pertanto informazioni particolarmente difficili da acquisire, anzi, come detto, sono le macchine a parlarci e attraverso l’interpretazione di ciò che si acquisisce si possono prendere decisioni mirate. Questo processo diventerebbe “contagioso”, ossia, quando un’azienda innova in ottica green innesca un circolo virtuoso per cui l’intera filiera produttiva può seguire lo stesso percorso.

Occorre effettuare un passo alla volta, prima predisponendo un’acquisizione e analisi dei dati, successivamente individuando tutte gli aspetti che possono essere ottimizzati e una volta eseguite queste azioni, iniziare ad innovare in direzione di un’economia sostenibile. Non bisogna dimenticare che la sostenibilità è uno degli aspetti cui l’Europa sta puntando molto per il futuro poiché è il paradigma alla base delle principali politiche industriali europee. In questo senso sono state varate leggi e incentivi per spingere l’industria ad investire in questa direzione. La transizione verso un sistema ecologico-digitale dei sistemi produttivi deve essere percepita dal settore industriale come un grosso vantaggio per il futuro.

Stefano Massari

Sales Manager Account di DM Management & Consulting