In un’epoca in cui la comunicazione digital è diventata centrale per il posizionamento e più in generale per il successo di un brand, appare chiaro come le regole del marketing siano ormai cambiate a favore di un rapporto più diretto, trasparente ed empatico con i clienti e consumatori.

Oggi la comunicazione aziendale formale risulta finta, spesso antiquata e spaventa: le persone vogliono avere a che fare con altre persone” – spiega Claudia Barberis (https://www.claudiabarberis.com/) docente presso l’Università Cattolica di Milano e tra le principali esperte in Italia di personal branding per imprenditori e professionisti.

Imparare quindi l’arte dello storytelling e più in generale riuscire a raccontarsi senza filtri e in modo semplice e diretto è fondamentale per riuscire a stabilire una connessione con il prossimo, un legame capace di conquistare la fiducia di chi ci segue e che, di conseguenza, permette di trasformare un cliente o un follower in un membro della tua community della quale non condivide solo l’interesse verso il brand e i tuoi prodotti, quanto i tuoi valori e i messaggi di cui ti fai portavoce.

Il personal branding diventa così elemento chiave per ogni imprenditore e azienda, un elemento chiave di una narrazione più ampia e che deve riuscire a raccontare il volto umano che si cela dietro un’azienda. “Occuparsi di personal branding significa prima di tutto essere in grado di affiancare imprenditori, professionisti e aziende per far emergere la persona dietro al business che guidano” – prosegue Claudia Barberis – “Non si tratta solamente di raccontarsi con onestà e competenza, quanto di saper far emergere quegli aspetti più umani del proprio modo di essere spesso relegati in secondo piano nella vita professionale, ma che di fatto sono quelli che riescono davvero a stabilire un legame con chi abbiamo di fronte.”

Particolarmente attuale, il personal branding di fatto è sempre stato parte della strategia vincente di moltissime icone internazionali che hanno saputo valorizzare determinati aspetti personali costruendo così il proprio successo negli affari e nella vita.

Ma come si costruisce una strategia di personal branding? Da dove partire? Il percorso di personal branding non è mai rapido e immediato, bisogna fare un profondo lavoro di analisi per capirsi e capire su quali elementi personali voler puntare, quali sono quelli che ci rendono capaci di distinguerci dagli altri e quali invece sono capaci di stabilire un contatto con il prossimo” – spiega Claudia Barberis – “Ai miei studenti ad esempio dico sempre che il personal branding davvero vincente è quello in grado di stabilire un rapporto empatico anche con chi magari non è immediatamente interessato al brand in questione, ma che trova comunque una certa affinità con la sua sensibilità. Sta poi al brand stesso lavorare affinchè questa affinità diventi interesse da consumatore anche verso il brand stesso.

Claudia Barberis per supportare aziende ed imprenditori a comprendere le giuste chiavi di lettura per costruire il proprio personal branding, ha stilato una lista di cinque consigli per definire i propri punti di forza e raccontarli nel modo giusto attraverso gli esempi di cinque personaggi di successo.

  1. Fatti conoscere per come sei. Si può partire da un semplice esercizio, ovvero descriverti con tre aggettivi, quelli che ti rappresentano di più oggi, poi chiedi di fare lo stesso ad amici, collaboratori o clienti. Quali sono le differenze che emergono tra le due visioni? Questo è il punto di partenza per capire come modificare la propria comunicazione, dai modi ai toni, dalle azioni alla comunicazione online, e per riflettere maggiormente su quegli aspetti della propria persona che non emergono a sufficienza o vengono fraintesi. Un esempio in tal senso è rappresentato da Oprah Winfrey che non ha mai nascosto la sua storia personale, segnata da diversi drammi, trasformandola in un punto di forza per raccontarsi al pubblico e per empatizzare al massimo con il prossimo nel suo celebre talk show. Ha infatti puntato sul suo personale modo di intervistare gli ospiti, creando un modello unico nel suo genere, che ha contribuito al successo dei suoi programmi televisivi e trasformandola in una delle personalità più importanti degli Stati Uniti.
  2. Perché fai quello che fai? Dichiara apertamente perché hai scelto di iniziare la tua attività, perché la porti avanti in un determinato modo, per chi è adatta e per chi no. Questo ti permette di selezionare e legare a te persone allineate al tuo approccio e che ti preferiscono agli altri proprio per queste caratteristiche. Si tratta del resto di un approccio che ha caratterizzato l’attività di Steve Jobs fin dagli esordi della sua Apple e che oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, continua a caratterizzare il brand e la sua comunicazione. Gli spot iconici con i suoi slogan entrati ormai nell’immaginario collettivo, la ritualità degli eventi di presentazione dei nuovi prodotti, più in generale il modo di porsi di Jobs sono stati alcuni degli elementi vincenti che hanno reso Apple più di un brand tech quanto un vero e proprio stile di vita. Quello che Jobs che ha saputo trasmettere e rendere di tendenza.
  3. Sei lì per gli altri, non per te. Nel personal branding la comunicazione deve essere al servizio del prossimo e del cliente, senza sfociare in una mera autopromozione o vendita push dei propri prodotti o servizi. In cosa fai davvero la differenza? È su quello che bisogna puntare e costruire la propria comunicazione, come insegna Sara Blakely tra le più importanti imprenditrici al mondo, che ha inventato il noto Spanx, l’intimo modellante che valorizza le forme e la figura del corpo. Tra le più giovani miliardarie self-made, la Blakely oggi ha anche una sua fondazione che sostiene l’imprenditoria femminile. Come insegna la sua storia tutto è partito da una sua personale esigenza che riguardava tutte le donne e che l’ha portata a ideare un prodotto oggi iconico che mancava sul mercato.
  4. Supera la paura di esporti. Non serve essere un attore o volto noto della televisione o del giornalismo per iniziare a far sentire la propria opinione. Al contrario spesso le persone che hanno più presa sul pubblico sono quelle che danno voce a come anche gli altri si sentono in merito a determinati temi, in modo diretto e poco artefatto. In questo insegna Greta Thunberg volto giovanissimo che ha saputo canalizzare le richieste di un’intera generazione e catalizzare l’attenzione sul tema del cambiamento climatico, riportando non solo all’attenzione dell’opinione pubblica quanto anche in cima alle agende politiche. Il tutto partendo da uno sciopero e da un cartello Skolstrejk för klimatet ad appena 15 anni fuori dal Parlamento svedese.
  5. Sii dove sono le tue persone. Fare personal branding è un investimento importante sia in termini di tempo, spesso diventa un secondo lavoro, che di risorse economiche. Se si intercettano le persone in target e i potenziali clienti dove già sono si fa molta meno fatica che a spostarli dove fa più comodo. Su quali social sono più attivi? In quali eventi e ambienti li trovo? Le risposte a queste domande aiuteranno ad impostare una strategia di personal branding che possa funzionare realmente a 360°. Basti pensare ad Elon Musk che predilige ad esempio l’uso di twitter ed è particolarmente presente come ospite e speaker a convention, eventi di comics, forum tech come quelli dedicati al bitcoin.

Fare personal branding non equivale solo ad essere particolarmente attivi sui canali digital come molti pensano. Significa uscire dal ruolo strettamente professionale che ci siamo ritagliati e far emergere maggiormente quello che siamo, di persona e dietro lo schermo, per aprire una conversazione personale con il nostro pubblico. Questo non vuol dire che una strategia di personal branding vincente equivalga al condividere la propria vita privata e cancellare così qualunque linea di confine, ma raccontarsi onestamente, mostrando che dietro un brand o un prodotto si cela un insieme di valori, messaggi e mission che possono essere comuni a quelle di tantissime altre persone” – conclude Claudia Barberis.

Redazione