Partito da Grado lo scorso 21 agosto, Andrea Devicenzi, atleta paralimpico, ha percorso finora 206 chilometri sul tracciato della Via Postumia (CLICCA QUI per leggere il primo articolo sull’impresa di Andrea).
In Friuli Venezia Giulia sono state cinque le tappe durante le quali Andrea ha visitato due importanti siti UNESCO, Aquileia e Palmanova, ma anche gioielli meno conosciuti come l’antico mulino ad acqua risalente al 1500 nella frazione di Novacco, o Aiello del Friuli, località nota per essere il paese delle Meridiane, grazie al lavoro di un gruppo di appassionati che le hanno installate su edifici pubblici e/o privati e nel cortile del Museo delle civiltà contadine del Friuli Imperiale.
Una buona scorta di acqua, il meticoloso allenamento dei mesi precedenti e le supertecnologiche stampelle da lui stesso progettate, hanno consentito ad Andrea di affrontare il caldo della pianura e la fatica di camminare sotto un sole cocente.
L’aiuto più grande, però, glielo hanno dato gli incontri fatti durante il viaggio: semplici persone che lo hanno dissetato con una bibita fresca, o le autorità locali che lo hanno accolto con tutti gli onori.
Abbandonato il Friuli, dopo aver visitato la cittadina di Latisana, Andrea è entrato in Veneto, la regione con più città e chilometraggio dell’intera Via Postumia. Ad attenderlo tre siti UNESCO, Vicenza, Verona e Peschiera del Garda, e 383 chilometri di strade assolate, la distanza che unisce Latisana a Peschiera del Garda. Durante il cammino Andrea incontrerà aziende e agriturismi con le loro viti e le loro storie (è una zona di vini famosissimi come Franciacorta, Valdobbiadene, Conegliano, ecc.), proprio nel periodo della vendemmia.
In Veneto l’atleta ha già attraversato San Michele in Tagliamento, cittadina con radici storiche lontanissime, Concordia Sagittaria, importante centro Romano, fondata addirittura nel 42 a.C. (il termine Sagittaria è un’aggiunta moderna, per ricordare che in città vi era una fabbrica di frecce per l’esercito romano) con il suo Duomo, una vera perla del patrimonio del nostro Paese, San Stino in Livenza, Oderzo, Musile di Piave, Portegrande. Durante il cammino Andrea ha potuto ammirare il sistema di idrovore per gestire e controllare il livello dell’acqua in queste zone di bonifica, terra strappata alla palude dalle popolazioni resilienti.
Resilienti come gli amici dell’azienda agricola e agriturismo Sant’Egidio che hanno scelto di investire in un prodotto difficile, il Kiwi, un frutto delicato di cui l’Italia è il primo produttore mondiale.
Questa azienda ha superato con poche ferite il periodo di lockdown e vende sia nel mercato nazionale che internazionale. Inoltre, Sant’Egidio investirà in nuovi progetti, trasformando la propria struttura in un’Oasi in cui far convivere produzione sostenibile e ricettività all’avanguardia.
Quelli di Sant’Egidio sono piccoli imprenditori esemplari che in questo difficilissimo momento storico hanno e stanno dimostrando coraggio, resilienza e volontà di ricostruire il Paese.
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