La maggioranza delle aziende italiane mostra un approccio positivo verso l’IA Generativa, con ben otto su dieci (79%) che si attendono in prevalenza benefici dalla sua implementazione. E se la funzione IT tende a essere la più interessata da questa trasformazione, in ben una impresa su tre (30%) questa tecnologia ha già fatto o potrebbe fare a breve il suo ingresso anche nell’executive management. I principali compiti? Supporto nella pianificazione aziendale (25%), analisi dei dati (24%) e ottimizzazione dei processi (9%) soprattutto per figure apicali quali CEO e direttori generali.
Lo evidenzia lo studio “Nuovi modi di lavorare: ruoli e competenze nell’era dell’IA Generativa”, realizzato da Gi Group Holding – attraverso la Divisione ICT di Gi Group, e ODM Consulting – in collaborazione con Microsoft Italia.[1]
Tra le altre funzioni interessate in modo significativo dall’IA Generativa, prosegue l’analisi, vi sono Innovazione, Ricerca e Sviluppo (49%), e Progettazione e Ingegnerizzazione (31%). Un’azienda su quattro (25%) sottolinea poi il ruolo della GeIA nel Customer Service, ad esempio attraverso il supporto ai clienti (38%) e l’uso di chatbot (11%).
Più distanziate le funzioni Produzione e Manutenzione (18%), Amministrazione, Finanza e Controllo (17%), Vendite e Supporto al business (16%) così come l’ambito delle Risorse Umane (14%), dove il potenziale maggiore di questa tecnologia viene individuato nel supporto alla talent acquisition (24%), grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati sui talenti e i curricula.
Emotività e onboarding: la tecnologia a contatto con le persone
L’ascolto della voce diretta delle aziende ha permesso di aprire uno spaccato sull’ingresso della GenIA negli ecosistemi aziendali, portando alla luce anche le implicazioni su motivazione, benessere e crescita personale di lavoratori e lavoratrici.
Nell’interazione con l’IA Generativa – segnalano le aziende – emerge, tra gli aspetti, un coinvolgimento emotivo che porta le persone a conversare con la macchina come se fosse un essere umano e che può tradursi in un aumento di motivazione, ad esempio, quando si affronta una pagina bianca, grazie al fatto che la tecnologia offre un punto di partenza.
La GenIA viene quindi vissuta come una sorta di compagno di lavoro capace di favorire il miglioramento delle competenze e di potenziare la creatività delle persone attraverso suggerimenti, alternative e soluzioni proposti in modo collaborativo.
Nello specifico dell’ambito HR, tra le opportunità spicca il supporto che l’IA Generativa può dare nell’onboarding, permettendo alle figure junior di entrare nella storia dell’azienda, rintracciare contenuti e trovare risposta ai propri dubbi così da consentire ai lavoratori più senior di dedicarsi alle fasi a maggior valore aggiunto dell’attività.
Di contro, le aziende sottolineano anche i limiti connessi all’adozione della GenIA, tra i quali la possibilità di errori, che conferma l’importanza della revisione umana, e il senso di frustrazione e disorientamento in chi la utilizza legato proprio alle allucinazioni, ossia a contenuti apparentemente corretti che, in realtà, non hanno senso o non fanno fede alle fonti di riferimento.
La sfida delle competenze
Lo studio ha inoltre evidenziato, e confermato, come la trasformazione portata dall’IA Generativa stia avendo, e avrà, importanti implicazioni anche dal punto di vista delle competenze, richiedendo alle aziende una visione non sostitutiva ma espansiva. L’evoluzione riguarda sia le skill tecniche – tra le più richieste python, machine learning, programming, natural language processing, engineering, deep learning e structured query language – sia meta-competenze trasversali a tutti i settori e tutte le professioni, come critica, interpretazione e gestione degli output generati. A questo riguardo, un’azienda su quattro (26%) considera fondamentale la creazione di percorsi di formazione personalizzati in base al ruolo e un ulteriore 27% sta dando priorità allo sviluppo di una collaborazione virtuosa tra le persone e la macchina.
Il ruolo della funzione HR
“Le aziende italiane stanno intraprendendo un percorso di change management profondamente rivoluzionario, nel quale la funzione HR, che ha la responsabilità delle persone e della cultura organizzativa, riveste un ruolo fondamentale.” – dichiara Elisabetta Paddeu, Division Senior Manager ICT di Gi Group – “Le Risorse Umane sono infatti chiamate a progettare un percorso strategico nel quale l’IA Generativa possa diventare un elemento di supporto nella costruzione di una cultura del benessere e dell’innovazione e nella creazione di valore per le persone lungo le diverse fasi della loro vita professionale. Uno degli aspetti cruciali è e sarà la definizione di programmi formativi di qualità e su misura che permettano alle aziende di dotarsi delle competenze necessarie per gestire questa tecnologia e supportare la loro innovatività e competitività sul mercato. Studiare e comprendere le trasformazioni in atto e valorizzare il potenziale dell’evoluzione tecnologica, arricchendo l’unicità dell’expertise umano, sono elementi imprescindibili per accompagnare le organizzazioni verso il futuro e costruire un mercato del lavoro inclusivo, virtuoso e sostenibile.”
Lo studio può essere scaricato a questo link.
1 L’indagine ha unito approfondimento della letteratura, analisi degli annunci pubblicati su Linkedin e ascolto della voce diretta delle aziende attraverso una survey on-line e una serie di interviste semi strutturate. Il questionario, creato da ODM Consulting, è stato somministrato a 284 aziende in modalità CAWI fra il 1° luglio e il 22 luglio 2024. L’analisi dei dati raccolti è stata effettuata da Talents Venture attraverso un processo interattivo assistito dall’IA, con successiva revisione manuale. Le interviste, 20 in totale, sono state realizzate da ODM Consulting fra giugno e settembre 2024 con altrettanti manager di 10 aziende selezionate che hanno attivato al proprio interno sperimentazioni legate al mondo dell’IA Generativa.