Il Decreto Aiuti, pubblicato in G.U. lo scorso 17 maggio, tra gli altri interventi in favore di lavoratori, imprese e famiglie per fronteggiare gli effetti economici della crisi, prevede un aumento delle aliquote del Credito d’imposta formazione 4.0. 

Le aliquote – incrementate fino al 70 per cento per le piccole imprese e al 50 per cento per le medie imprese – possono salire a una condizione: “che le attività formative siano erogate dai soggetti individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto e che i risultati relativi all’acquisizione o al consolidamento delle suddette competenze siano certificati secondo le modalità stabilite con il medesimo decreto, il quale assicura altresì l’invarianza di spesa riaspetto agli stanziamenti vigenti”.  

Dunque, vi è una stretta sui soggetti titolati a erogare la formazione. 

Le nuove aliquote

Il credito d’imposta, nel caso di rispetto della “condizione”, diventa quindi il seguente: 

  • 70% per le piccole imprese con limite massimo annuale di 300.000 euro;  
  • 50% per le medie imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro;  
  • 30% per le grandi imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro. 

Cosa succede se non si rispetta la condizione

Nell’ipotesi in cui le attività di formazione vengano avviate successivamente all’entrata in vigore del Decreto e che non venga rispettata questa condizione (cioè rivolgersi ad altri soggetti abilitati ma non inclusi nella lista ministeriale e la certificazione dell’avanzamento delle competenze) è prevista una riduzione delle aliquote secondo questo schema:  

  • 45% per le piccole imprese con limite massimo annuale di 300.000 euro;  
  • 35% per le medie imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro;  
  • 30% per le grandi imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro. 

Rinnovo in vista per il Bonus formazione 4.0?

Al di là dei contenuti specifici del provvedimento del Consiglio dei ministri, dai contorni ancora incerti, in attesa del Decreto che stabilirà le modalità ed i requisiti che regoleranno l’applicazione corretta dell’agevolazione, una rimodulazione delle aliquote, a pochi mesi dalla supposta scadenza della misura (il Credito d’imposta formazione 4.0 è stato confermato fino alla fine del 2022), ci induce a pensare che l’agevolazione avrà un futuro e che, molto probabilmente, verrà rinnovata anche nel 2023. 

 

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