Con l’approvazione avvenuta il 15 giugno scorso da parte del C.d.M. dello schema di D.Lgs. di modifica al codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (D. Lgs. 12/01/2019 , n. 14), in attuazione della direttiva (UE) 2019/1023 – Insolvency, diventa un obbligo per l’imprenditore individuale e per quello collettivo l’istituzione di un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato, ai fini della tempestiva rilevazione dello stato di crisi e dell’assunzione di idonee iniziative.
L’importanza di dotarsi di modelli gestionali e di controllo era sotto altri punti di vista già stata contemplata a livello legislativo con l’introduzione della responsabilità amministrativa degli enti (D.Lgs. 231/2001) proprio per evitare di essere soggetti a sanzioni che arrivano fino all’interdizione totale dell’attività in caso di commissione dei reati contemplati nel decreto.
Le PMI devono interiorizzare la cultura del controllo e della gestione dei rischi
Fare impresa è per definizione rischioso, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa.
È pacifico che le PMI non possano dotarsi di strutture organizzative articolate come le grandi imprese, ma è pur vero che, compatibilmente con assetti organizzativi più piccoli, l’interiorizzazione di una cultura del controllo e della gestione dei rischi consentirebbe di disporre di un framework di riferimento atto a indirizzare la gestione, in sostituzione di un approccio frammentato che rischia di sottrarre coesione e unitarietà nel perseguire gli obiettivi aziendali.
Per esperienza diretta, spesso il controllo è percepito come inutile burocrazia.
Pensare in termini di rischio può apparire come qualcosa di artificioso e di difficile applicazione.
In realtà nel quotidiano insita nell’operatività c’è tanto l’esecuzione di controlli, tanto una implicita gestione del rischio che è giusto trovi collocazione in un framework di riferimento unitario.
L’apparente risparmio di tempo sottratto a evitare di esplicitare anche in un contesto di medio/piccole dimensioni un sistema di controllo interno e gestione dei rischi opportunamente “tarato” per le proprie esigenze rischia di diventare un boomerang con interessi piuttosto elevati da pagare.
Non a caso il recente D.Lgs. approvato prevede comunque che “al fine di prevedere tempestivamente l’emersione della crisi d’impresa, le misure adottate devono consentire di:
- rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore;
- verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale almeno per i dodici mesi successivi;
- ricavare le informazioni necessarie a utilizzare la lista di controllo particolareggiata e a effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento.”
In realtà sarebbe auspicabile non arrivare alla crisi d’impresa: il mercato lavorativo italiano presenta elevata variabilità normativa e burocrazia, elevata complessità fiscale uniti attualmente ad una congiuntura economica non favorevole.
Conoscere i rischi per trasformare le minacce in opportunità
Ma l’approccio corretto, quindi, resta solo quello di occuparsi a posteriori di eventi che possono impattare negativamente sulla gestione?
Non penso.
Fermarsi a riflettere su quali siano i principali rischi esterni connaturati alla propria attività e su quelli interni aiuta a pensare con una visione sistemica di medio/lungo periodo e può invece fornire l’occasione per identificare innovazioni e/o soluzioni che per assurdo potrebbero trasformare una minaccia in un’opportunità, nell’ottica di perseguire la continuità aziendale.
Il controllo dei processi e la gestione del rischio sono valore:
- valore perché rendono difendibile l’operato nel quotidiano per i dipendenti
- valore perché rendono difendibile l’operato aziendale nel suo insieme di fronte agli innumerevoli enti di vigilanza e controllo presenti nel nostro sistema normativo
- valore perché possono consentire in molti casi di farsi trovare pronti a cambiare il passo avendo già presente una direzione prima che alcuni mutamenti costringano a cercare nuove soluzioni solo a posteriori o quando è troppo tardi
- valore perché assicurano coesione e unità d’intenti rispetto alle strategie aziendali
Ogni singola parte della gestione contribuisce in modi e tempi diversi al fine ultimo che è la produzione di ricchezza e l’assicurazione della continuità aziendale, mantenendo un vantaggio competitivo possibilmente legato a un posizionamento di mercato chiaro in cui gli elementi distintivi siano chiaramente individuati e anche valorizzati/comunicati sul mercato.
A seguito poi della digitalizzazione, ulteriormente accelerata dalla recente pandemia, acquisiscono notevole importanza anche per le PMI i rischi informatici e reputazionali.
Per questo motivo con W.Training abbiamo pensato a un corso che tratti di quale sia l’approccio mentale da interiorizzare, anche progressivamente, a piccoli passi, per difendere il nostro tessuto imprenditoriale, e di quale debba essere la “cassetta degli attrezzi” da cui attingere per restare competitivi.
Le norme possono essere viste come inutili impedimenti, oppure come imposizioni forzose di una cultura che il legislatore ritiene indispensabile sviluppare nel paese per difendere il nostro tessuto economico.
Il mondo è cambiato, continuare a dare risposte vecchie sia in termini operativi che di approccio, a problemi nuovi, significa mettere i passi nella direzione contraria alla propria sopravvivenza economica.
Se vuoi capire perché la gestione del rischio è una leva per mantenere la competitività sul mercato, partecipa al corso I RISCHI COME OPPORTUNITÀ, in programma il prossimo 26 luglio.
Imprenditrice digitale, Advisor &Business Coach, ha ricoperto in 20 anni di azienda 5 differenti ruoli manageriali occupandosi per 11 anni di verifica della gestione dei rischi. Laurea in Economia e commercio, indirizzo istituzioni e mercati finanziari, si è poi specializzata in un Master Post laurea in revisione operativa e finanziaria, controllo interno, sistemi di governance aziendale.
Il suo Blog è "Lavorare col sorriso" (https://lavorarecolsorriso.it/)