Cribis, società del gruppo CRIF leader nel settore della business information, ha pubblicato i risultati del suo ultimo report sull’imprenditoria femminile in Italia. Secondo l’osservatorio, le imprese a gestione femminile in Italia sono solo 950 mila, corrispondenti al 18% del totale del campione analizzato (la totalità del campione è circa 5,2 milioni di imprese attive sul territorio nazionale), una cifra particolarmente bassa che evidenzia il persistente gender gap nel mondo delle imprese.

Sono considerate “femminili” le società che soddisfano uno dei seguenti criteri: le società di capitali in cui la maggioranza (>50%) dei componenti dell’organo di amministrazione sia costituita da donne o la maggioranza delle quote di capitale sia detenuta da donne; le società di persona in cui la maggioranza (>50%) degli esponenti sia donna; oppure le ditte individuali il cui titolare sia donna.

Il rapporto rivela che, delle 950 mila imprese femminili, la stragrande maggioranza sono microimprese, il 95,8% del totale.

Inoltre, solo lo 0,2% delle imprese femminili raggiunge un alto score di internazionalizzazione, mentre l’87,7% si attesta su un livello basso, a evidenziare una significativa mancanza di presenza sul mercato globale. Stesso andamento si registra in merito alla digital attitude: alta solo nell’1,6% delle aziende femminili e bassa nell’88,2%.

Le Regioni con la più alta percentuale di aziende al femminile sul territorio nazionale sono: Lombardia (14,9%), Lazio (10,4%) e Campania (10,1%). Altrove non si raggiunge il 10%. Mentre Basilicata (19,5%), Lazio (19,4%) e Abruzzo (19,3%) sono le regioni con la maggiore incidenza di imprese femminili sul totale delle aziende femminili della regione.

I risultati sono molto differenti se si va ad analizzare la presenza provinciale di imprese femminili rispetto al totale delle aziende della provincia presa in esame. In questo caso il podio delle province con una maggiore incidenza di imprese femminili vede in vetta Prato (22,8%), seguita da La Spezia (21,3%) e Frosinone (21,1%). In fondo alla classifica, con una percentuale sotto al 15%, si trovano invece le province di Bolzano (14,4%), Ferrara (14,6%) e Trento (14,9%).

Per quanto riguarda i settori, la maggior concentrazione delle imprese femminili si ha nei servizi sociali (43% sul totale delle imprese), nelle industrie tessili (37%) e nel commercio al dettaglio di abbigliamento e accessori (35,7%).

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Redazione