Come già evidenziato in precedenti ricerche, la digitalizzazione fa ancora fatica a farsi strada all’interno delle piccole e medie imprese italiane. A volte a mancare non sono solo gli strumenti digitali, ma è un vero e proprio un mindset rivolto all’ottimizzazione dei processi aziendali che consenta ai business di rimanere competitivi grazie a workflow più veloci ed efficienti.
Ancora più difficile pensare in chiave innovativa quando all’interno dell’azienda non esistono figure predisposte proprio a questo: innovare e ottimizzare. Al fine di indagare il livello di digitalizzazione delle imprese italiane e, nello specifico, chi sono i promotori dell’innovazione digitale all’interno delle PMI, Capterra ha condotto una nuova ricerca in collaborazione con l’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, intervistando 1.018 titolari e responsabili digitali di PMI in Italia.
Chi è l’“Innovation Manager” e perché tutte le aziende dovrebbero averne (almeno) uno
Secondo la definizione degli Osservatori digitali del Politecnico di Milano, l’innovation manager è quella figura che in azienda svolge la funzione di abilitatore dell’innovazione, ovvero che analizza il contesto in cui l’azienda svolge le sue attività e verifica i processi, per aiutare a trasmettere la cultura digitale a tutti i dipendenti.
Si tratta di quel profilo professionale che a volte viene identificato nella figura dell’imprenditore stesso o di un consulente esterno, il cui principale compito è quello di assistere le aziende nel processo di trasformazione digitale, rendendo così l’azienda più efficiente e competitiva.
Solo il 31% delle PMI ha un team interno interamente dedicato a digitalizzare la cultura aziendale e i processi
Se è vero che avere in azienda un Innovation Manager sia il primo passo per diffondere la cultura digitale al suo interno, è anche vero che una persona sola può sicuramente incontrare maggiori resistenze e difficoltà nello svolgimento di questo ruolo. È stato dunque chiesto alle PMI italiane da quante persone è composta la divisione IT/servizi digitali al loro interno. Delle aziende intervistate, il 69% conferma di avere un responsabile interno che si occupa di innovazione aziendale in termini di digitalizzazione. Solo il 31% delle PMI però ha un team dedicato a questa funzione. Inoltre, nel 51% dei casi si tratta di piccoli team formati da 3-5 persone.
Segue il 21% delle PMI intervistate che non ha ancora identificato una persona a carico dell’innovazione digitale. Infine, l’8% sembra non curarsi di questa necessità per il momento, mentre il 13% ha capito quanto sia importante l’introduzione di questo tipo di figura.
Rimane soltanto un 10% delle aziende che invece si affida a profili professionali esterni, soluzione che risulta particolarmente vantaggiosa quando si vogliono ottimizzare tempi e costi.
La spinta all’innovazione digitale arriva dall’alto
Dallo studio risulta che la prima linea aziendale sia fondamentale nello stimolare l’innovazione. Nello specifico, tra i principali sponsor dell’innovazione all’interno delle PMI intervistate ci sono:
- Il responsabile dei progetti digitali/informatici (33%)
- Il vertice strategico (31%)
- L’imprenditore o un suo familiare (30%)
- Un responsabile di dipartimento (19%)
- Un consulente esterno (12%)
- Nessuna figura (8%)
- Un fornitore tecnologico (7%)
Dall’analisi economica svolta dall’Osservatorio, risulta evidente che la maturità digitale porti a migliori performance economiche. A volte scommettere sul digitale può sembrare un rischio, e sta proprio all’innovation manager incentivare un cambio di prospettiva per garantire un passaggio graduale e vantaggioso per tutti.