Rivoluzione tecnologica o fenomeno destinato a svanire nel giro di pochi anni? Quello dell’Intelligenza Artificiale è un discorso che alimenta i dibattiti in diversi campi e che è sempre più rilevante, anche per via del grande numero di servizi di AI offerti a consumatori e lavoratori, ma anche alle aziende, che decidono di investire in Ricerca & Sviluppo su questo tema per capirne i benefici e adottare nuovi processi. ASUS Business, da anni pioniere dell’innovazione in campo di tecnologia, è uno di questi. Proprio per questo, oltre all’adozione di queste tecnologie nei propri prodotti, ASUS Business ha voluto esplorare l’impatto e la presenza dell’Intelligenza Artificiale nel tessuto aziendale italiano.
Tramite uno studio che ha coinvolto oltre 300 decisori aziendali italiani di piccole, medie e grandi dimensioni[1], ASUS Business ha esplorato il grado di conoscenza e fiducia che i lavoratori e le aziende nutrono nei confronti dell’Intelligenza Artificiale. La ricerca evidenzia che, chi utilizza l’AI in azienda anche a livello superficiale ne percepisce tutti i vantaggi: il 74% degli intervistati dichiara infatti dei benefici, concreti o potenziali e futuri, derivati dall’utilizzo delle nuove tecnologie.
Ma chiedendo la visione del management sul tema, si riscontra un dato decisamente in controtendenza rispetto all’interesse suscitato dall’AI e al potenziale del suo impatto: sono infatti meno del 28% le realtà che hanno già investito in maniera decisa nell’Intelligenza Artificiale, specialmente nei servizi legati alla sicurezza informatica e nei servizi generativi o di gestione della logistica. Il 46% sta investendo in maniera debole, e non pensa di ripetere questa azione nei prossimi anni.
Una tendenza forse dovuta anche alla mancanza di persone realmente formate in questo campo. Ben il 77% di intervistati dichiara la necessità di una formazione su questi temi, mentre fra chi già utilizza l’AI, il 35% dichiara di non avere le competenze adeguate. Nel caso di inserimento di figure specializzate, inoltre, il 35% degli intervistati dichiara che sarebbe difficile per la propria azienda trovare qualcuno, a sottolineare una mancanza di figure professionali dedicate all’utilizzo e implementazione di questi tool.
La formazione però non è l’unica barriera, soprattutto per quel che riguarda le PMI, che ovviamente registrano un tasso ancora più basso di azioni concrete in questo campo. Altri limiti riconosciuti a livello aziendale nell’adozione di strumenti in campo di Intelligenza Artificiale sono ovviamente la mancanza di finanziamenti e risorse economiche (52%), seguita dalla poca conoscenza a livello manageriale e di fornitori su questo tema (51%). In altre parole, l’interesse è alto, ma il budget e i piani di investimento non sono diretti in questo ambito per il momento.
A oggi, solo il 39% dei dipendenti italiani si definisce reale conoscitore degli strumenti di AI, inteso come una persona che li usa abitualmente e ne studia le funzionalità, per svago o per lavoro, e solo circa un’azienda su 5 ne fa un uso discreto.
In ogni caso, la curiosità emersa per l’Intelligenza Artificiale si riflette anche nei dati: il 59% dei dipendenti è ottimista e pensa porterà grandi benefici in diversi ambiti; inoltre, il 73% vede questa tecnologia diventare preponderante e fondamentale entro i prossimi 10 anni (il 62% prevede questo impatto già nei prossimi 2-3 anni). A livello aziendale, ci si aspettano benefici soprattutto nel campo dell’innovazione, intesa come capacità di immettere sul mercato nuovi prodotti, seguita da un’efficienza e semplificazione dei processi. Entrambi elementi che per il 63% degli intervistati porteranno a un miglioramento della reputazione dell’azienda presso la propria clientela attuale o potenziale. A livello più operativo e personale, invece, il 56% è convinto che un’adozione di questi strumenti possa realmente portare a un impatto (positivo) sui processi aziendali, sui servizi offerti, ma anche sulle posizioni di lavoro, intese queste ultime come variazione delle mansioni e dei contenuti con creazione di nuove posizioni. I lavoratori si aspettano maggiore efficienza e semplificazione dei processi a loro attribuiti.
Infine, appare evidente un limite importante, a livello più operativo. A oggi è solo il 7% dei dipendenti a dichiarare di avere i dispositivi tecnologici necessari a gestire operazioni con l’AI in locale, senza quindi doversi affidare a soluzioni esterne, spesso non approvate dall’azienda o che in genere richiedono la condivisione di dati privati e personali. Una criticità che secondo il 71% dei dipendenti dovrebbe essere risolta con una maggiore dotazione di questi prodotti da parte dell’azienda, per agevolare il lavoro e favorire una maggiore sicurezza degli utenti.
[1] Ricerca realizzata a luglio 2024 tramite interviste online sottoposte a un campione di 305 dipendenti decisori aziendali italiani di piccole, medie e grandi dimensioni.