La nostra visione del mondo si è modificata nel corso dei secoli. Siamo passati da una visione analitica e gerarchica della realtà ad una interattiva e sistemica. Non si tratta di una questione da poco. È completamente mutata la prospettiva dalla quale osserviamo cose e persone e, con essa, la nostra modalità d’interazione con le stesse. Apparentemente, il tema sembra non riguardare la leadership, ma è vero esattamente l’opposto. Molti manager (e molti coach) sono ancora convinti di poter applicare metodi d’analisi della realtà che seguono criteri razionali semplici e lineari, secondo lo schema classico causa-effetto. Credono ancora che l’essenza razionale delle cose possa essere circoscritta a criteri logici basati sulla prevedibilità. In realtà, appare sempre più evidente che le cose non sono così semplici e che nessuno è in grado di controllare e predire gli eventi legati alla finanza, al commercio, alla crescita mondiale, al clima, allo sviluppo della popolazione, ecc. La verità è che nel nostro universo tutto è totalmente interconnesso e interattivo in un sistema complesso che difficilmente ci permetterà di avere il pieno controllo della realtà. Su questo presupposto dev’essere ripensato l’executive coaching, alimentando un approccio più sistemico per abbracciare la complessità. È necessario modificare i processi metodologici, privilegiando relazioni interattive con i clienti. Sia ben chiaro, non si tratta di rinunciare ad una lettura logica dei comportamenti e dei messaggi messi in atto dal coachee, ma, piuttosto, di spingere i propri criteri logici di coaching ad un livello superiore. Proviamo a confrontare il paradigma manageriale classico con l’innovativo approccio sistemico dell’executive coaching.
I flussi decisionali
Nel classico approccio top-down, l’indirizzo sul “cosa fare” è completamente nelle mani del leader. Nell’approccio sistemico la fase top-down è circoscritta alla comunicazione che deve essere esaustiva e deve trasferire la ragione strategica (o tattica) dell’indirizzo generale. I livelli intermedi e quelli operativi, attraverso una serie di micro decisioni, realizzano quanto pianificato e informano il leader e il resto del sistema della progressiva realizzazione del programma. Questo implica un riposizionamento del leader e un conseguente adattamento della pratica dell’executive coaching.
Obiettivi
Nell’approccio tradizionale gli obiettivi sono definiti in modo chiaro e preciso dal vertice e sono posti alla base del lavoro dei livelli operativi. Nell’approccio sistemico gli obiettivi sono, inizialmente, abbozzati in un lavoro di squadra che coinvolge tutti i livelli del sistema. Successivamente, attraverso un lavoro interattivo tra gli stessi elementi del sistema, si procede ad una progressiva centratura degli obiettivi, in un crescendo di precisione e completezza. L’apporto di competenze e prospettive aziendali differenziate, contribuisce alla definizione di obiettivi multidimensionali e complementari. Questo approccio è centrale nel processo di definizione degli obiettivi del coachee e nella relazione che si instaura con il coach.
Time Management
Nella visione tradizionale il tempo è gestito come un processo lineare controllabile. Le scadenze regolano i processi e dettano i tempi del lavoro. Lo sviluppo del lavoro è sequenziale e solo il completamento di un’attività mette in moto il meccanismo che attiva la fase successiva. L’executive coaching sistemico promuove una gestione multitasking, nella quale tutte le azioni possibili possono iniziare simultaneamente e tutte le azioni possono progredire in modo concomitante, alimentandosi l’un l’altra e nutrendosi a vicenda.
Coerenza
Nello schema tradizionale le decisioni sono prese in piena coerenza con gli obiettivi espliciti, che poggiano su un paradigma strategico unico e chiaramente definito. Nell’approccio sistemico le decisioni sono adattive ed eclettiche e il loro riferimento agli obiettivi è dinamico e opportunistico.
Rischio
Nell’impostazione classica i rischi sono valutati in modo probabilistico. Si tenta di controllare l’incertezza che è considerata un fattore di disturbo. Nell’approccio sistemico l’ambiente è percepito come naturalmente incerto e si lavora per integrare eventi inaspettati, considerandoli tutti come possibili opportunità.
In breve, l’approccio sistemico richiede un executive coaching che stimoli il coachee a cogliere l’interdipendenza di tutte le risorse poste sotto la sua responsabilità. Deve saper tessere e gestire la trama esplicita ed implicita che governa le relazioni e le interconnessioni della sua squadra.