I tempi in cui era necessario convincere il management aziendale di quanto fosse importante avere una seria strategia di digitalizzazione sono finalmente solo un lontano ricordo. Non c’è ormai un solo CEO al mondo che non apprezzi il valore immenso, le efficienze e il vantaggio competitivo che possono derivare dalla piena adozione di quella che è stata definita come la quarta rivoluzione industriale.

Le aziende della digital economy dipendono dalla loro infrastruttura digitale più di quanto sia mai successo in passato. Le relazioni commerciali vengono gestite attraverso tecnologie avanzatissime e le persone hanno a disposizione una infinita gamma di strumenti e piattaforme digitali da utilizzare. I sistemi IT giocano un ruolo fondamentale per il successo di qualsiasi società. Sebbene quasi tutti i CEO nel mondo concordino sul fatto che alcune tecnologie come ad esempio l’Intelligenza Artificiale e il machine learning produrranno cambiamenti significativi nei loro settori industriali, molti di loro non sono così convinti del fatto che la forza lavoro attuale abbia le giuste competenze per usare i dati in modo efficiente e sfruttare appieno il valore che ne deriva.

A livello globale, secondo i dati della 22ma PWC Global CEO Survey, il 55% dei CEO sono molto preoccupati circa la disponibilità di competenze legate ad un efficace utilizzo dei dati. Infatti, come evidenziato da PWC lo scorso gennaio, i “CEO ritengono di non avere in azienda i talenti necessari per utilizzare i dati a disposizione. Questo è un problema, perché la maggior parte di loro concorda anche sul fatto che le tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, che si basa su solidi dati, trasformerà completamente il mondo dei business nei prossimi anni”.

Anche in Italia, la mancanza di competenze chiave è vissuta dai CEO come il principale fattore di rischio aziendale: secondo PWC, il 55% dei CEO nostrani ha dichiarato di essere “molto preoccupato” dalla disponibilità di competenze chiave, mentre il 43% ha citato le minacce informatiche come area di preoccupazione. Per il 33%, infine, anche la velocità dei cambiamenti tecnologici è un fattore di preoccupazione.

È evidente che la mancanza di figure professionali ha un impatto importante sulle decisioni che le aziende devono prendere quando si tratta di investimenti nel digitale e questo genera effetti a catena su tutta l’organizzazione, perché l’inevitabile ritardo influisce direttamente sulla competitività complessiva dell’impresa e sulla capacità di fornire prodotti e servizi al mercato.

Nel frattempo, il management delle aziende deve poter prendere decisioni di business efficaci.

Attente valutazioni su soluzioni digitali come il Cloud Data Management diventano fondamentali, per assicurare la disponibilità, la sicurezza e la conformità dei dati in un’azienda moderna ed intelligente. Il Cloud Data Management ha a che fare con la complessa gestione dei dati all’interno dell’infrastruttura cloud di tutta l’organizzazione e porta con sé aspetti quali il backup, la replica dei dati e il disaster recovery.

Raccogliere, gestire ed effettuare il backup dei dati, in un ambiente “always-on”, in cui disponibilità è una parola chiave, oltre che pilastro fondamentale della competitività aziendale, non può più essere considerato un lusso per pochi.

La risposta risiede in software intelligenti e automatizzati che forniscono risposte concrete molte esigenze e permettono di arrivare a soluzioni che in precedenza erano considerate fuori portata a causa della mancanza di competenze specifiche.

È importante che i CEO sappiano che c’è sufficiente intelligenza e automazione all’interno delle piattaforme messe a disposizione dai loro fornitori tecnologici da superare il gap, riducendo, in alcuni casi, la necessità di costosi team di esperti, che sono comunque molto difficili da trovare sul mercato.

Ci sarà comunque sempre bisogno di specialisti, di competenze ed esperienza tecnica ed è cruciale che le nuove generazioni – che sono nate in un mondo digitale – siano incoraggiate ed incentivate a perseguire opportunità professionali nel campo dell’IT, dell’engineering, dell’analisi dei dati e della programmazione.

L’impatto di software intelligenti, come ad esempio una piattaforma di Cloud Data Management pienamente automatizzata, sarà profondo e diminuirà sostanzialmente quei carichi di lavoro che in precedenza necessitavano dell’impiego di molte “ore uomo”.

Ciò significa che gli staff IT potranno occuparsi di attività strategiche all’interno delle loro organizzazioni, come ad esempio il resource planning o la  strategia di investimenti. Il reskilling di queste persone, con competenze di management o di comunicazione ad esempio,  creerà una forza lavoro con una maggiore comprensione del business. Si può anche sostenere che una volta compresi i vantaggi che le soluzioni davvero digitali possono portare, le aziende inizieranno anche a ottenere importanti benefici di business.

Lo skill shortage è un problema che non ci abbandonerà presto. La tecnologia però consente alle aziende di massimizzare l’efficacia del personale esistente per entrare da subito a cogliere le opportunità della quarta rivoluzione industriale.

Alessio Di Benedetto

Senior Regional Presales Manager South EMEA, Veeam Software