Con l’adozione dello smart working da parte di tante aziende il dibattito sul lavoro ibrido sta assumendo oggi nuove sfumature, soprattutto per quanto riguarda i ruoli di leadership. I dati dell’ultimo Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano evidenziano infatti una trasformazione significativa, con l’87% dei top manager che ha dovuto sviluppare nuove competenze per gestire team ibridi.
Particolarmente significativo è il dato sulla retention dei talenti executive: le aziende che hanno saputo adattare i propri modelli di leadership al contesto ibrido hanno registrato un tasso di turnover inferiore del 35% nelle posizioni di vertice.
“Stiamo assistendo a una ridefinizione delle competenze richieste ai profili executive,” afferma Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati (www.adamiassociati.
“Questo dimostra quanto sia cruciale per le organizzazioni ripensare non solo gli aspetti operativi, ma anche lo stile di leadership” evidenzia l’head hunter.
“Non si tratta solo di padroneggiare strumenti digitali,” sottolinea Adami, “ma di sviluppare una nuova forma di leadership capace di motivare e coinvolgere le persone indipendentemente dalla loro localizzazione fisica”.
Le ricerche condotte da Adami & Associati mostrano un trend interessante: il 92% dei candidati a posizioni executive considera la capacità di gestire team ibridi una competenza fondamentale.
“I leader di oggi devono saper creare connessioni significative anche a distanza,” spiega Adami. “La sfida non è più solo raggiungere gli obiettivi, ma farlo mantenendo coeso e motivato un team distribuito.”
“Il vero cambio di paradigma,” prosegue Adami, “riguarda la valutazione delle performance. I leader devono sviluppare nuovi parametri e metriche che vadano oltre la semplice presenza fisica in ufficio.” Un approccio che richiede una profonda comprensione delle dinamiche del lavoro ibrido e la capacità di valorizzare i risultati indipendentemente dalle modalità di lavoro.
Ma non mancano le sfide. Secondo l’indagine di Adami & Associati, il 45% degli executive riporta difficoltà nel mantenere alti i livelli di engagement nei team distribuiti. “La leadership a distanza richiede una maggiore intenzionalità nella comunicazione,” sottolinea Adami. “Bisogna creare momenti di confronto strutturati e garantire a tutti pari opportunità di visibilità e crescita.”
Un aspetto cruciale emerge dall’analisi dei profili più ricercati: le aziende privilegiano sempre più leader capaci di promuovere una cultura aziendale forte anche in contesti ibridi. “Perché non basta essere solo bravi manager,” – spiega Adami -“e serve la capacità di costruire e trasmettere valori condivisi anche attraverso lo schermo di un computer.”
Il tema del benessere organizzativo si conferma centrale: il 78% dei team guidati da leader con competenze specifiche nella gestione ibrida riporta livelli più alti di soddisfazione e produttività. “È un dato che non può essere ignorato,” afferma Adami. “perché il benessere del team è direttamente correlato alle performance aziendali.”
Guardando al futuro, l’head hunter suggerisce che questa trasformazione è solo all’inizio.
“Le aziende stanno iniziando a comprendere che il lavoro ibrido non è una soluzione temporanea, ma un nuovo modo di concepire l’organizzazione. I leader che sapranno interpretare e guidare questo cambiamento saranno quelli più ricercati nel mercato”, continua l’head hunter.
L’analisi evidenzia anche l’emergere di nuove priorità nella selezione dei profili executive: il 67% delle aziende considera fondamentale la capacità di promuovere l’innovazione in contesti ibridi. Visto che non si tratta solo di gestire l’esistente ma di saper guidare la trasformazione digitale e culturale dell’organizzazione.
La transizione verso modelli di leadership ibrida sta quindi ridefinendo non solo le competenze richieste, ma anche i criteri di selezione dei top manager.
I dati raccolti da Adami & Associati suggeriscono infatti che questa tendenza è destinata a consolidarsi: il 73% delle ricerche di profili executive include oggi specifiche competenze legate alla gestione di team ibridi, con una particolare attenzione alla capacità di promuovere innovazione e cambiamento culturale.
“È un cambiamento che richiede una nuova visione della leadership. Perché solo le aziende che sapranno identificare e attirare leader con queste caratteristiche avranno un vantaggio competitivo significativo”, conclude Carola Adami.
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