In collaborazione con vari professionisti HR – dagli esperti di payroll, a quelli di sviluppo dei talenti e di gestione dei servizi HR – Alight ha condotto un importante progetto di analisi sul mondo del lavoro e delle retribuzioni, dal titolo “L’era dell’Agile”. Lo studio, attraverso un sondaggio internazionale che ha coinvolto oltre 1.500 intervistati, ha individuato 20 cambiamenti chiave avvenuti nel 2020 che trasformeranno le sembianze del mondo del lavoro per il decennio a venire. La pandemia da COVID-19 non è, infatti, stata l’unica causa della rivoluzione nel modo di pensare e di lavorare delle persone. Altri mutamenti sociali e movimenti di pensiero, come ad esempio il Black Lives Matter e l’Extinction Rebellion, sono saliti alla ribalta delle cronache, catturando l’attenzione del pubblico e accelerando il “Future of Work” di almeno cinque anni.
Le aspettative nei confronti della funzione HR non sono mai state così grandi. Le aziende hanno sempre più bisogno di stare al passo con le tendenze e le innovazioni in materia di gestione delle persone per migliorare la propria redditività. Attualmente, lo smart working è l’argomento che fa più discutere a causa della sua diffusione massiva durante la pandemia, ma la domanda a cui rispondere è: “Questa modalità lavorativa semplificherà la vita ai dipendenti, facilitandoli nello svolgimento delle proprie attività lavorative?”. Ormai, le aziende hanno imparato che la performance dei dipendenti non dipende, infatti, dalla loro presenza in ufficio.
L’impatto dello smart working sul processo di reclutamento
Nel 2020, il numero di dipendenti in smart working è aumentato esponenzialmente a causa della pandemia. Questo significa che oggi la sede fisica di un’azienda non rappresenta più un limite per i dipendenti. Lavoro da remoto non significa solamente un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata per i lavoratori. Questa modalità lavorativa, espandendo considerevolmente il bacino di talenti disponibile all’interno di un determinato mercato, comporta anche una maggiore concorrenza per i posti di lavoro e, ancora più importante, tra i datori di lavoro. Gli intervistati di Europa e America Latina hanno indicato la flessibilità dell’orario come il criterio più importante nel processo di ricerca e di scelta di un posto di lavoro. Per questo motivo, le aziende, per evitare che chi cerca un’occupazione prediliga realtà più flessibili e virtuali, dovranno adattarsi.
Lavorare in smart working
Con la crescita del numero dei dipendenti assunti in remoto, i datori di lavoro devono poter garantire un processo di onboarding decentralizzato affinchè il nuovo personale possa essere formato ed integrato nella realtà aziendale. I nuovi assunti potrebbero anche non mettere mai piede negli uffici delle aziende presso cui lavorano: è quindi importante assicurarsi anche che i nuovi dipendenti vengano dotati tempestivamente dell’equipaggiamento hardware necessario e dell’accesso ai server aziendali. Questo può essere garantito, per esempio, inviando l’hardware già preconfigurato direttamente a casa della persona neoassunta.
Mentre gli elementi tecnici sono facilmente risolvibili, un aspetto critico dell’onboarding a distanza è la perdita di contatto umano. Secondo lo studio “L’era dell’Agile”, anche se i nuovi dipendenti sono stati presentati ai colleghi virtualmente, molti avrebbero preferito un incontro dal vivo. L’implementazione di una politica di smart working è utile se si considerano allo stesso modo i lavoratori in ufficio e quelli da remoto e se si implementa un buon coordinamento tra loro. Solo in questo modo è infatti possibile strutturare la routine quotidiana con i giusti processi e creare un ambiente di lavoro efficiente.
Le preferenze dei lavoratori
Nella lotta per i migliori talenti, le aziende non possono puntare solo sullo stipendio per differenziarsi. Nell’era dello smart working le aziende devono offrire una cultura aziendale, condizioni di lavoro e benefit che facciano sentire i dipendenti apprezzati anche a distanza. Inoltre, i dipendenti devono percepire l’azienda come un elemento positivo all’interno della loro vita. Dallo studio di Alight è emerso che il 58,7% dei lavoratori, perlopiù giovani, intende cambiare lavoro nei prossimi cinque anni. Tra i principali motivi a supporto di questa intenzione compaiono: il salario e la mancanza di benefit competitivi (45,6%), le opportunità di carriera limitate (42,8%) e il desiderio di affrontare nuove sfide (30,8%).
La libertà di scelta e l’indipendenza sono oggi fattori fondamentali per chi intende adottare soluzioni di smart working. In questa nuova era, l’opzione più gradita tra i lavoratori è quella di alternare le ore in ufficio al lavoro da casa. Circa i due terzi degli intervistati (64,8%) si sono espressi a favore di questa soluzione, mentre la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo del mondo è risultata essere la seconda opzione più gradita (23,1%).
Gestione dei dati HR semplificata attraverso l’automazione
L’aumento dell’automazione avrà un impatto soprattutto sui dipendenti che tradizionalmente svolgono compiti di routine. Sarà, quindi, fondamentale assimilare nuove competenze. Secondo lo studio “L’era dell’Agile”, entro il 2025 il 40% delle attuali competenze cambieranno, diventando addirittura obsolete. Sul 60% dei posti di lavoro, almeno un terzo sarà automatizzato. Già oggi quasi il 28% dei partecipanti al sondaggio ha avuto esperienze con lavoro ibrido e circa il 37% prevede che, nella propria linea di lavoro, l’ibridazione sia destinata ad aumentare. Mentre il 14% dichiara di non essere preoccupato da questo cambiamento, l’11% nutre forti timori. Percezioni negative legate al processo di automazione sono risultate particolarmente diffuse, come era prevedibile, fra la generazione dei Baby Boomer (18,4%).
I dipendenti, e soprattutto i giovani talenti, devono quindi essere preparati alle nuove competenze digitali che verranno richieste. Dallo studio di Alight è però emerso che un intervistato su quattro in Europa ritenga che il sistema educativo faccia un cattivo lavoro nel preparare i giovani all’era digitale. Questo sentimento è particolarmente marcato in America Latina, Europa e USA, dove rispettivamente il 29,7%, 23,8% e il 17,1% ritiene che il sistema scolastico fornisca una preparazione insufficiente per arrivare preparati nel mondo del lavoro.
Nuove opzioni comunicative facilitano lo smart working
Il telefono e l’e-mail sono ancora i mezzi di comunicazione più comuni nelle aziende. I rapporti tra dipendenti in smart working richiedono però ulteriori opzioni di comunicazione digitale, alcuni di questi possono essere: servizi di messaggistica, servizi di chatbot per domande generali o l’uso di strumenti di videoconferenza e piattafome di social collaboration. Questi canali rappresentano un primo passo importante per comunicare e gestire i lavori virtualmente: un terzo degli intervistati del Workforce Mindset Study di Alight ha infatti confermato che durante la pandemia sono stati introdotti nelle proprie aziende nuovi strumenti di comunicazione. Oggi, le riunioni non devono più essere tenute in loco, ma possono svolgersi tramite sale conferenze virtuali. L’uso del video aumenta la coesione nel team ed è importante soprattutto per non far sentire isolato chi inizia a lavorare da remoto. Per molti dipendenti, il totale passaggio alla comunicazione virtuale, dovuto alla pandemia, ha infatti rappresentato una vera e propria sfida.
Nuovi strumenti per la gestione virtuale dei dipendenti
Le aziende che dispongono di sistemi di gestione del capitale umano (HCM) basati sul cloud hanno meno problemi gestionali rispetto alle altre. Con l’aiuto di questi strumenti, il dipartimento HR monitora efficacemente le competenze e lo sviluppo professionale dei propri dipendenti. In questo modo, è possibile, ad esempio, tenere traccia di quale dipendente abbia già seguito un corso di formazione e chi invece debba ancora farlo. Se determinate qualifiche sono richieste per una nuova posizione, l’HCM può essere usato per identificare i corsi di formazione di cui si ha bisogno. Vale la pena ricordare che le risorse umane di un’azienda sono fondamentali per la sua produttività. Solo così, infatti, le aziende possono posizionarsi in modo competitivo e utilizzare i talenti dei loro dipendenti in modo mirato.
Dal 2020, anche il Continuous Performance Management (CPM) ha svolto un ruolo sempre più importante. Le aziende che fanno un pieno uso degli strumenti di CPM trovano la gestione da remoto molto più facile da eseguire rispetto a quelle che non lo fanno. Questo perché il CPM dà ai dipendenti e ai manager la possibilità di controllare regolarmente, visualizzare e ottimizzare i propri obiettivi di performance. Per i datori di lavoro, si tratta di un vantaggio inestimabile all’interno di un ambiente di lavoro che sta passando così rapidamente al remoto. Le aziende sono in costante cambiamento e hanno bisogno di adattare i propri obiettivi, la propria preparazione e le offerte di sviluppo in modo agile. Nei prossimi anni, le aziende useranno i dati dei sistemi di CPM per identificare le esigenze dei propri dipendenti e per rispondere in modo tempestivo con specifici sistemi di formazione e reclutamento.
Il futuro digitale delle risorse umane
Gli anni ‘20 saranno un periodo molto dinamico, in cui assisteremo a un aumento costante dell’automazione. Questo comporterà un cambiamento graduale nel modo in cui vengono costruite le relazioni e le aspettative dei dipendenti. Ma significherà anche un allontanamento dai vecchi modelli relazionali che regolavano i rapporti fra datori di lavoro e dipendenti, in favore di una maggiore autonomia degli individui.
La gestione a distanza delle persone richiederà fiducia e piena capacità di comunicazione con le persone online. Per le posizioni di leadership del futuro verranno quindi richieste competenze di gestione virtuale ed esperienza di lavoro da remoto. I sistemi HR stanno, inoltre, giocando un ruolo sempre più importante nel supportare i team leader nella gestione delle proprie persone. Le aziende che faticano a gestire virtualmente il personale avranno quindi bisogno di guardare al miglioramento e all’espansione dei propri sistemi IT e degli strumenti software. Dopo tutto, questo è l’unico modo per tenere il passo con questioni come lo smart working e l’automazione. Anche le nuove tecnologie come la VR (realtà virtuale) potrebbero giocare un ruolo centrale nelle comunicazioni aziendali del futuro.
Le previsioni di Alight
Il lockdown causato dal COVID-19 ha trasformato definitivamente il mondo del lavoro, ma le ruote del cambiamento erano già in movimento ben prima della pandemia. Dai dati e dalle informazioni raccolte è chiaro il ruolo chiave che avranno i dipartimenti HR nel gestire tutti i cambiamenti previsti per i prossimi anni. Il modo di lavorare e i lavoratori si stanno evolvendo, l’età media della forza lavoro è in aumento e nel prossimo decennio il numero di over 40 sarà superiore a quello di qualsiasi altra epoca. Per tutte queste ragioni, elementi quali trasparenza, flessibilità e innovazione determineranno il successo e l’appeal delle aziende del futuro.
Le organizzazioni che sapranno adattarsi rapidamente al cambio di paradigma a cui stiamo assistendo, e che riusciranno a fare leva sulle ambizioni dei propri dipendenti per stimolarli a impegnarsi al massimo, saranno quelle con maggiori possibilità di crescita nel prossimo decennio.