È stato pubblicato EF EPI 2020, un rapporto internazionale sulla conoscenza della lingua inglese di adulti in 100 paesi diversi. Tra i vari ambiti di analisi, il rapporto studia l’impatto della conoscenza della lingua inglese a livello aziendale.

Di seguito alcuni importanti spunti di riflessione di EF EPI 2020, ad opera di EF Education First, organizzazione leader nel settore della formazione internazionale, viaggi studio e soggiorni linguistici.

Innovazione aziendale

Caratterizzato dalla diffusione degli strumenti digitali, il 21° secolo ha visto uno scambio di informazioni e idee a livello transnazionale, in tutto il mondo. Questo significa che le aziende, manager ed esperti di settore possono avere accesso e attingere a risorse che, solo pochi anni fa sarebbero state fuori portata. Tutto questo però è in gran parte diffuso in lingua inglese. Oggigiorno è quindi importante che professionisti chiave – così come il resto dell’organico aziendale – abbiano la capacità di attingere a questo mondo di informazioni al fine di portare innovazione all’interno dell’azienda; sarebbe una grave perdita se scienziati e ingegneri restassero indietro rispetto alle innovazioni globali per mancanza di abilità linguistiche. Corsi di inglese e altri programmi di aggiornamento potrebbero fare la differenza.

Talento e inglese

L’accesso a nuove idee non può più essere limitato ai soli ricercatori. I professionisti di tutti i settori devono essere sempre aggiornati su pratiche internazionali. Esiste una forte correlazione tra il livello di conoscenza dell’inglese e il Global Talent Competitiveness Index, rapporto che valuta la capacità di un Paese di attrarre, sviluppare e trattenere lavoratori qualificati. Questo potrebbe indicare che laddove vi è una conoscenza avanzata della lingua inglese, si possono trovare anche professionisti di grande capacità.

Un nuovo panorama aziendale

I recenti sviluppi socio economici conseguenti alla recente pandemia hanno portato molte organizzazioni a riflettere sull’importanza di una comunicazione aziendale a livello interno. È infatti plausibile pensare che il trend di smart working diventi la regola e che una buona capacità comunicativa internazionale sia indispensabile per futuri sviluppi lavorativi. Lo smart working inoltre apre nuove possibilità: non è impossibile credere che in un futuro un professionista italiano possa lavorare per un’azienda sud americana mentre risiede in Germania e dialoga con partner americani – in tutto questo serve una lingua franca quale l’inglese.

Incontri di menti

Gli strumenti per la collaborazione stanno migliorando. Applicazioni online e social network professionali sono in aumento e consentono una comunicazione frequente e più informale tra dipendenti in luoghi diversi (si pensi solo che soltanto nel 2018 si sono svolte oltre 3700 conferenze TEDx e nel 2017 l’Unione delle associazioni internazionali ha catalogato 10.786 incontri e convegni in 166 Paesi di tutto il mondo). Per quanto entusiasmante tale atmosfera di collaborazione possa essere, anche la migliore piattaforma di cooperazione non può funzionare se i dipendenti non parlano la stessa lingua. In questo, l’inglese gioca un ruolo fondamentale, soprattutto perché scelto molto frequentemente come lingua per il dialogo e lo scambio di informazioni in conferenze in tutto il mondo.

Finanziamenti: saper presentare il proprio valore

Il tempo di progetti isolati è finito. La ricerca scientifica e manageriale richiede progetti complessi ed elaborati, che vedono spesso coinvolti partner diversi, tra cui anche venture capitalists. In questo è importante che professionisti dedicati allo sviluppo e l’innovazione sappiano presentare al meglio il valore delle proprie idee al fine di ottenere importanti finanziamenti. Un lampante esempio di questo assunto è l’ambito scientifico: non sorprende vedere una forte correlazione tra il livello di conoscenza della lingua inglese di una Paese e il numero di articoli pro capite pubblicati su riviste scientifiche e tecniche (grafico B, pagina 13 di EF EPI 2020).

Diversità porta nuove idee

La diversità influisce sull’innovazione con un impatto positivo. Un crescente numero di ricerche accademiche mostra nuovamente che gruppi diversificati prendono decisioni migliori, si affidano più ai fatti che alle opinioni e dimostrano meno pregiudizi cognitivi rispetto a gruppi omogenei. La ricerca condotta da McKinsey & Company nel 2017 ha dimostrato che le aziende con gruppi esecutivi molto diversificati da un punto di vista culturale hanno il 33% in più di probabilità di avere una redditività leader di settore. Spingere i dipendenti ad imparare l’inglese quindi significa dare maggiori possibilità di crescita e successo ai teams e di conseguenza ad una organizzazione nel suo complesso.


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Redazione