- Le imprese manifatturiere ritrovano la fiducia (il 74% crede in un boom del settore in 3 anni) e la soddisfazione per il proprio portafoglio ordini (per il 72% è adeguato). Previsioni rosee per il fatturato (per il 69% il 2021 chiuderà col segno più)
- Senza digitalizzazione non si cresce. Dal PNRR arriveranno fondi decisivi per il settore ma ancora solo il 15% degli imprenditori lo conosce nel dettaglio. L’Industrial Smart Working convince molte imprese
- Nessuna alternativa all’essere green. 4 aziende su 10 si dicono sostenibili ma la strada è ancora lunga
- Quasi metà delle aziende ha al suo interno tutte le competenze per la trasformazione 4.0. Le altre puntano sulla formazione e sul mercato
- MECSPE per la prima volta a BolognaFiere dal 23 al 25 novembre 2021 per mostrare le eccellenze della filiera, dare impulso alla crescita della manifattura e mettere in connessione le imprese e i giovani talenti
Il vento della ripresa economica sta attraversando l’Italia. Dalla Commissione Europea arrivano segnali positivi (con il Pil italiano dato in crescita del 5% nel 2021) confermati dall’economia reale del Paese, che procede decisa in questa direzione. Anche la spina dorsale del nostro tessuto economico, il manifatturiero, ha rialzato la testa e guarda al futuro con fiducia. Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio MECSPE (BolognaFiere, 23-25 novembre 2021) di Senaf sul II quadrimestre 2021, infatti, sette aziende su dieci (69%) si aspettano un aumento del fatturato a fine 2021 rispetto allo scorso anno. Può sembrare scontato dopo un 2020 difficile, ma a febbraio a credere nella crescita era meno della metà degli imprenditori. Grande ottimismo, quindi, confermato sia dalla soddisfazione del proprio portafoglio ordini, che finalmente torna a livelli alti (lo ritiene adeguato il 72%), sia dalle previsioni per il mercato: il 74% crede in un boom del settore nei prossimi 3 anni. In un contesto economico in progressivo miglioramento, torna a crescere anche il livello di fiducia generale delle imprese (è alto per il 54% rispetto al 39% di febbraio). I trend più importanti del momento? Digitalizzazione, sostenibilità, formazione: tre elementi che insieme generano il cambiamento culturale tanto atteso di cui il manifatturiero ha bisogno e che saranno protagonisti della prima edizione bolognese di MECSPE.
Digitalizzazione: cosa ci ha insegnato la pandemia e il futuro tra PNRR e ISW
Una delle lezioni più importanti che la pandemia ci ha lasciato è che senza crescita digitale non c’è futuro. Lo sanno bene gli imprenditori, specialmente quel 27% che proprio a causa del Covid-19 ha voluto spingere sull’acceleratore della digitalizzazione. Ma cosa vuol dire esattamente digitalizzazione nella manifattura? Per il 2021 significherà puntare su tecnologie e processi innovativi come la sicurezza informatica, la connettività/5G, Internet of Things e la robotica collaborativa. Ma significa anche approfittare delle opportunità offerte dalle novità legislative come il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato poche settimane fa.
Nonostante il piano abbia avuto una grande eco mediatica, solo poco più di un imprenditore su dieci (15%) ha un alto livello di conoscenza sui contenuti. Un aspetto importante dato che al suo interno ci sono misure che possono fare realmente la differenza per il domani della manifattura.
Tra queste, lo stanziamento di 350 milioni per il 2021-2026 per i Competence Center e i Digital Innovation Hub, nati per accompagnare le imprese verso la quarta rivoluzione industriale. Finora, solo l’8% delle imprese ha collaborato con almeno una di queste realtà, e sono ancora tante a non conoscerle (46%), nonostante la capacità riconosciuta da oltre un terzo degli intervistati di saper supportare le imprese nella costruzione e sperimentazione di progetti di Industria 4.0 per quanto riguarda i Competence Center e nella sensibilizzazione sulle opportunità in ambito Industria 4.0 per i Digital Innovation Hub. Ma siamo ancora agli inizi. Occorre quindi spingere sul cambiamento culturale, attraverso un lavoro di informazione dei protagonisti della filiera, sempre più essenziale per attrarre i giovani verso il mondo della fabbrica intelligente. Non a caso, a MECSPE esordirà la Piazza Competence Center, pensata per essere il trait d’union vero tra i visitatori della manifestazione e gli otto Competence Center che potranno mostrare attività di orientamento, formazione e progetti innovativi in ambito industria 4.0. Sempre al tema digitalizzazione e fabbrica intelligente, sarà dedicato uno dei momenti principali della fiera: Gamification: la fabbrica senza limiti, nata per mostrare le idee tecnologiche migliori e fare da propulsore per le soluzioni più innovative. Un nuovo concetto di fabbrica, più evoluta e a misura d’uomo, in grado di attirare l’interesse dei giovani talenti.
Le trasformazioni dell’ultimo anno e mezzo spingono poi ad una riflessione sull’Industrial Smart Working (ISW), un metodo di lavoro che permette la gestione e l’esecuzione dei processi produttivi in fabbrica da remoto. Il primo dato che risalta è che solo una piccola parte degli imprenditori (15%) non ritiene l’ISW adatto all’ambiente industriale, indicando la presenza fisica come unica modalità di lavoro. Probabilmente su questo fronte si è avviato un primo processo di cambiamento culturale, spinto proprio dagli effetti degli ultimi mesi.
La maggior parte (oltre un terzo), infatti, ritiene l’ISW utile ma solo come supporto e integrazione alla presenza fisica in fabbrica. Per tanti, invece, è interessante, ma è necessaria prima una grande riorganizzazione delle risorse e dei processi/strumenti industriali.
Tra i vantaggi percepiti, la maggiore flessibilità per i dipendenti (41%) e la riduzione dei costi (29%).
Sostenibilità: diventare sempre più green per attirare investimenti e migliorare la reputazione
Per un’impresa, essere “green” non è più un’opzione ma un vero e proprio obbligo sociale. Ad oggi sono già tante (40%) le aziende a considerarsi sostenibili, grazie a numerose azioni già intraprese o in corso d’opera come l’uso di dispositivi a basso consumo energetico, l’acquisto di macchinari e/o impianti efficienti di nuova generazione e l’installazione di impianti di produzione d’energia elettrica e termica da fonti rinnovabili.
Ma ci sono dei veri e propri criteri ambientali, sociali e di governance che definiscono il nuovo comportamento virtuoso delle imprese. Sono riassumibili nell’acronimo ESG (Environment, Social, Governance), rappresentano i parametri attraverso cui valutare l’impatto di un’attività imprenditoriale e saranno sempre più decisivi per poter attrarre investimenti e migliorare la reputazione dell’azienda. Eppure, solo un’azienda su tre (32%) li conosce, con quelle più grandi che vi prestano maggior attenzione. Come? Ad esempio, gestendo l’azienda ispirandosi a buone pratiche e principi etici (42%) e introducendo misure per il miglioramento del benessere e della qualità del lavoro dei dipendenti (24%). Di sostenibilità e ESG si parlerà anche durante MECSPE, che dedicherà proprio a questi aspetti due iniziative speciali: Percorso ECOfriendly – “Io faccio di più”, un percorso virtuale e reale tra gli espositori che nelle loro strategie aziendali adottano una politica green ed ecofriendly, e Area Progettazione e Design by Materioteca, dedicato alla “Blue economy”, che porta il concetto di sostenibilità ad un altro livello creando valore a partire da scarti e rifiuti attraverso soluzioni creative basate sulla scienza.
Formazione: puntare sul capitale umano per il futuro del manifatturiero
Le continue innovazioni tecnologiche pongono un problema serio: le nostre imprese dispongono di tutte le competenze necessarie per realizzare la trasformazione 4.0? Quasi la metà degli intervistati (46%) ha risposto affermativamente, precisando di aver già formato il personale e di prevedere corsi di aggiornamento. Un’impresa su dieci (10%) ha preferito invece rivolgersi al mercato assumendo lavoratori già formati. Ci sono poi realtà (17%) che hanno in programma l’assunzione di personale con competenze adeguate, ma quasi un terzo del campione (27%) ammette di non essere ancora pronto. Con questi presupposti, la formazione diventa il fattore fondamentale per poter rimanere competitivi sul mercato e il ruolo di università e di Istituti Tecnici Superiori (ITS) si fa determinante.
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