L’Integrazione dell’intelligenza artificiale ha innescato un acceso dibattito negli ultimi anni, catalizzando una vasta gamma di opinioni sul suo impatto sul mondo. In Italia, solo l’anno scorso, il Garante della Privacy aveva sospeso temporaneamente ChatGPT, evidenziando preoccupazioni riguardo al trattamento dei dati personali. Questo episodio sottolinea i dilemmi etici e pratici che accompagnano il progresso tecnologico nell’ambito dell’IA.

In un’indagine approfondita condotta da Preply, piattaforma di apprendimento online di lingue, è stato esaminato il rapporto tra IA e apprendimento, coinvolgendo studenti e insegnanti per comprendere appieno la relazione tra tecnologia e istruzione.

Il 69% degli italiani intervistati preoccupati per l’IA

Nonostante i vantaggi economici, la flessibilità e la facilità di accesso all’apprendimento assistito dall’intelligenza artificiale, un significativo 73% degli studenti intervistati in diversi paesi ha manifestato preoccupazione riguardo al suo utilizzo, con il 69% degli intervistati italiani che condivide queste preoccupazioni.

La ridotta interazione umana e i potenziali problemi di privacy dei dati risultano essere i principali problemi.

Nell’incalzante dibattito sull’istruzione, un dato emerge con chiarezza: gli insegnanti sono il cuore pulsante dell’apprendimento. In Italia, un sorprendente 84% riconosce l’influenza determinante degli insegnanti nel proprio successo di apprendimento. Mai sentita la massima “Ognuno ha avuto almeno un insegnante eccezionale che ha cambiato la sua vita”?

In Europa solo il 41% degli insegnanti integra strumenti IA nei metodi pedagogici

L’IA è adottata dagli insegnanti in modo diverso tra i paesi: globalmente il 52% degli insegnanti di inglese la impiega principalmente per la creazione di esercizi di grammatica e vocabolario. Tuttavia, in Europa, il tasso di adozione è del 41%, indicando variazioni nell’accettazione e nell’integrazione di questi strumenti.

Dipendenza dall’IA nell’istruzione: un allarme che coinvolge studenti e genitori

Oggi vi è un crescente allarme riguardo alla maggiore dipendenza dall’IA, con preoccupazioni che coinvolgono non solo gli studenti, ma anche i genitori, nell’ambito più ampio dell’istruzione. La paura radicata è che questa dipendenza possa portare a un apprendimento superficiale.

I risultati dell’indagine condotta da Preply mettono in luce che la totale affidabilità sugli strumenti IA potrebbe compromettere non solo il pensiero critico degli studenti ma anche la loro motivazione. Quest’ultima, spesso alimentata dall’interazione diretta con gli insegnanti, rischia di erodersi nel contesto di un apprendimento prevalentemente guidato dall’IA.

È impossibile però negare il ruolo che l’IA ha e avrà sempre di più nella nostra vita e nell’apprendimento. Quale sarà allora il futuro dell’apprendimento e più in generale dell’istruzione?

Non ci resta che aspettare e soprattutto lavorare affinché dall’IA tutti possano trarne vantaggi.

Chi desidera approfondire lo studio realizzato da Preply può trovare tutti i risultati completi alla pagina: https://preply.com/it/blog/ia-e-apprendimento-umano-l-importanza-dell-interazione-umana

Metodologia

Per quanto riguarda gli studenti, la ricerca ha considerato un campione di  2.503 partecipanti provenienti dagli Stati Uniti (500), Germania (401), Spagna (400), Italia (402), Polonia (400) e Brasile (400). I partecipanti sono professionisti impegnati nell’apprendimento delle lingue e operanti in vari settori, tra cui affari, consulenza, contabilità, finanza, informatica e tecnologia. Sono stati equamente divisi per sesso (1.280 uomini e 1.219 donne) e generazione (685 Gen Z, 952 Millennials e 866 Gen X). Per quanto riguarda gli insegnanti, sono stati intervistati 1.035 insegnanti di inglese come lingua straniera in 40 paesi, inclusi sia insegnanti madrelingua che non. L’obiettivo principale è stato capire le loro abitudini ed esperienze didattiche, esaminando anche l’uso dell’IA.

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Redazione