Nonostante l’enorme impatto della pandemia sul lavoro, i professionisti europei non hanno smesso di pensare allo sviluppo delle proprie competenze e alla carriera.

PageGroup, società leader mondiale nel recruitment con i Brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel, ha condotto un sondaggio intervistando oltre 6.100 professionisti in Europa, analizzando le loro opinioni sullo sviluppo professionale nel 2021.

Dalla ricerca emerge un disallineamento tra il livello di competenza percepito dai partecipanti e il loro effettivo collocamento in azienda, con il 98% dei professionisti che ritiene di avere le competenze necessarie al mercato odierno, nonostante il 50% di loro sia al momento in stato di disoccupazione.

Dai dati della ricerca, però, si nota come ben il 56% delle aziende abbiano aperto practice di training e formazione per i propri dipendenti nel corso dell’ultimo anno, e di come le differenti restrizioni e lockdown abbiano portato un outlook positivo sulla formazione autonoma dei professionisti, con il 41% degli intervistati che ha partecipato almeno a un webinar e il 50% di loro che ha seguito almeno un corso di aggiornamento dall’inizio della pandemia.

Emerge pertanto un aspetto molto positivo dalla survey: se i professionisti odierni si sentono molto preparati, questo mindset costituirà una leva motivazionale aggiuntiva nel cercare un nuovo lavoro.

La pandemia e i diversi lockdown hanno notevolmente elevato technicality e competenze trasversali dei professionisti, che hanno permesso ai migliori talenti di rimanere performanti in un contesto che ha stravolto dinamiche aziendali e relazionali. Ecco perché molte aziende hanno avviato strategie per migliorare la preparazione dei loro dipendenti”, spiega Fabrizio Travaglini, Senior Executive Director di PageGroup.

In PageGroup, ad esempio, siamo stati i pionieri di un progetto formativo in cui abbiamo assunto 18 professionisti di diversa estrazione all’interno del Gruppo, strutturando per loro una Academy che consta di un onboarding di 6 mesi interamente incentrato sulla formazione, in un settore estremamente tecnico e di grande potenziale come quello dell’Information Technology. Con questo, abbiamo soddisfatto un’esigenza di business, ovvero avere a bordo talenti tecnicamente e altamente qualificati, ed un’esigenza formativa che moltissimi professionisti (62%) richiedevano.

In generale, i professionisti si ritengono in grado di riconoscere le proprie lacune, riflettendo sulla propria carriera (81%) oppure confrontando il proprio skillset con le offerte di lavoro (39%) o sui professional social network (22%).

Quando scelgono di ricorrere a un corso di formazione, è soprattutto per migliorare le competenze attuali (65%) e svilupparne di nuove inerenti al proprio ruolo (53%). Anche se il 37% dei partecipanti ambiva a prepararsi per ruoli futuri, emerge una certa soddisfazione per il proprio settore: solo il 21% del campione ha scelto di apprendere nuove competenze con l’intendimento specifico di cambiare attività.

Una volta concluso un percorso, i professionisti tendono a condividere questo traguardo aggiornando il proprio curriculum vitae (51%) o pubblicandolo sui social media (30%). Tuttavia, PageGroup rivela un cluster di riservatezza: solo il 17% degli intervistati ha comunicato al proprio capo di avere svolto un corso di formazione, e appena il 10% l’ha condiviso con l’ufficio Risorse Umane. Sorprende la presenza di un 26% che preferisce non far sapere agli altri del proprio arricchimento professionale.

Per approfondire i dati della ricerca e trovarne di altri, consulta l’apposita infografica.

Redazione