Nel mercato delle medie imprese il gap tecnologico sta generando un impatto negativo sull’esperienza dei dipendenti e sulla cultura aziendale, oltre a danneggiare la produttività. Le persone si sentono spesso poco coinvolte e chiedono inoltre una maggiore flessibilità. A dirlo è una nuova ricerca Ricoh che ha coinvolto 632 persone che lavorano in organizzazioni con un numero totale di dipendenti compreso tra 250 e 999.
La ricerca identifica alcuni trend che stanno caratterizzano il nuovo modo di lavorare e mette in evidenza le aspettative dei lavoratori. In particolare:
- il 42% dei dipendenti afferma che la cultura aziendale ha risentito delle restrizioni dovute al COVID-19
- un terzo (il 31%), lavorando da remoto, si sente poco motivato a causa di problemi legati alle tecnologie per la collaboration
- il 30% ritiene di essere sotto pressione, perché i manager chiedono di essere maggiormente disponibili online quando si lavora da remoto
- il 31% si sente più stressato quando lavora da remoto perché risente delle responsabilità familiari e di altre pressioni personali
- il 67% del campione d’indagine spera che la propria organizzazione sarà più aperta alle modalità di lavoro flessibile dopo la pandemia
- il 65% vorrebbe interagire con i colleghi “faccia a faccia”
Il nuovo ruolo dell’HR manager
Prima della pandemia di COVID-19, preoccuparsi della Digital Transformation non faceva parte dei compiti principali di un HR manager. Ora, invece, i responsabili delle risorse umane si trovano ad essere promotori del cambiamento e di un workplace basato su innovazione tecnologica e flessibilità. Le sfide tecnologiche derivanti dal remote working stanno compromettendo il senso di appartenenza all’azienda e la motivazione dei dipendenti. I direttori delle risorse umane devono dunque comprendere di quali tecnologie le persone abbiano bisogno per lavorare al meglio nell’era digitale e per collaborare in modo efficace con i propri colleghi, ovunque ci si trovi. Questo è essenziale per creare una cultura aziendale positiva che permetta di trattenere i talenti e di attrarne di nuovi, un aspetto per le imprese fondamentale per riuscire competere nei nuovi scenari.
Nicola Downing, COO di Ricoh Europe, commenta: “Il 2020 ci ha messo di fronte a cambiamenti dirompenti e la capacità collettiva di reagire e di adattarsi è stata veramente degna di lode. Per le organizzazioni è importante riuscire a innovare e a migliorare l’esperienza lavorativa delle persone affinché possano collaborare in modo smart, sia che svolgano le proprie attività da casa oppure in ufficio. Le tecnologie permettono di farlo, annullando le distanze. Dalla ricerca Ricoh emerge come la possibilità di lavorare in ufficio insieme ai colleghi rappresenti per molti un aspetto essenziale della vita quotidiana. Ecco perché è importante per le aziende favorire il rientro in ufficio mediante, da un lato, la creazione di ambienti di lavoro in cui salute e sicurezza sono la priorità e, dall’altro, il coinvolgimento delle persone per comprenderne i bisogni e le necessità”.