• Salario basso (per il 57%), mancanza di opportunità di sviluppo professionale (52%) e inesistente avanzamento di carriera (42%) sono le prime motivazioni di insoddisfazione.
  • Solo il 30% dei lavoratori tech prevede di ricevere un aumento nel 2024, il dato peggiore tra tutti i Paesi EMEA analizzati (media crescita per il 68%).
  • Un professionista tech guadagna in media all’anno (RAL) €53.300, che arrivano a 66.400€ con un’esperienza di oltre 10 anni. Le figure più ricercate sono quelle di Data EngineerSoftware developer ed esperti di Cloud, mentre le più pagate sono CIO / CTOSoftware Delivery Manager e Business Unit Manager.
  • I lavoratori italiani del tech mettono al primo posto il work-life balance (49%), sviluppo di carriera adeguato (per il 47%) e benefit (45%). Tra i benefit preferiti segnalano assicurazione sanitaria/copertura medica privata, auto aziendale e lavoro flessibile.

 Nella corsa per migliorare la competitività delle imprese, l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale giocano un ruolo fondamentale. Nella manifattura, automotive, energia, così come tanti altri settori, le aziende hanno sempre più bisogno di figure specializzate tech, e in particolare di Data EngineerSoftware developer ed esperti di Cloud. Secondo l’analisi della società di recruiting HAYS Italia, solo nell’ultimo anno la richiesta di “tech talent” è cresciuta del +35% rispetto al 2022, rappresentando oggi il 30% del totale delle richieste da parte delle aziende.

Eppure, nonostante questa grande richiesta, il sistema imprenditoriale italiano sembra non essere in linea con le aspettative dei lavoratori: dal report “The Tech Talent Explorer”, realizzato da Hays in 20 Paesi della regione EMEA, quasi un terzo dei professionisti italiani che occupa posizioni tech non è completamente soddisfatto e ha intenzione di cambiare lavoro nel 2024. Un dato elevato ma al di sotto di Paesi come Belgio, Spagna, Francia e soprattutto dell’Olanda (qui ben il 57% dei professionisti è pronto a cambiare azienda).

Tra le principali motivazioni per cui i lavoratori vogliono cambiare lavoro, al primo posto indicano il salario basso (per il 57%), seguito dalla mancanza di opportunità di sviluppo professionale (52%) e dall’inesistente avanzamento di carriera (42%).

Salari non in linea con le aspettative di crescita

I “tech talent” non sono quindi soddisfatti dell’attuale stipendio e tre su dieci hanno basse aspettative di ricevere un aumento nel 2024, in assoluto il dato peggiore tra tutti i Paesi EMEA analizzati (media crescita per il 68%). Siamo infatti lontani dalle aspettative di crescita indicate da Paesi come Olanda (84%), Spagna (81%), Danimarca (82%) e Germania (65%).

Un professionista che occupa una posizione in ambito tech guadagna in media all’anno (RAL) €53.300, con valori che variano in base all’esperienza: 39.500€ con 2-5 anni; 54.100€ con 5-10 anni e 66.400€ con oltre 10 anni. Le 5 figure più pagate in assoluto in Italia, con esperienza superiore a 5 anni, sono: CIO / CTO (RAL 92.500€); Software Delivery Manager (74.000€); Business Unit Manager (73.750€); CISO / Manager della Cybersecurity (66.000 €) e Architetto Cloud (65.750 €).

Come trattenere e attrarre i talenti: oltre la retribuzione

Oltre alla politica remunerativa inadeguata, le figure tech lamentano la mancanza di opportunità di sviluppo professionale e un inesistente avanzamento di carriera. È anche su questi aspetti che si gioca la partita più importante per colmare il sempre più evidente mismatch tra domanda e offerta.

E per farlo le aziende devono partire da una semplice domanda (ma dalla risposta non facile): cosa vorrebbero i dipendenti per essere soddisfatti della propria vita lavorativa?

L’Italia su questo si distingue da tutti i Paesi dell’area EMEA: è l’unica Nazione dove i lavoratori del tech mettono al primo posto il work-life balance, indicato da ben il 49% degli intervistati, probabilmente per un ritardo culturale che connota il nostro Paese su questo fronte. Ma i tech talent vorrebbero anche uno sviluppo di carriera adeguato (per il 47%) e tanti sono attenti al pacchetto di benefit (45%), sempre più importante nella scelta di un’azienda.

Considerando i benefit preferiti, anche in questo caso l’Italia si distingue. Mentre negli altri Paesi ai primi due posti ci sono quasi sempre il lavoro flessibile e i giorni di ferie aggiuntivi, in Italia troviamo l’assicurazione sanitaria/copertura medica privata (57%) e l’auto aziendale (52%). Il lavoro flessibile è “solo” al terzo posto, ma sempre con valori alti (51%).

Redazione

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