È un ritratto di una gioventù molto equilibrata e determinata quello che emerge dal sondaggio condotto in occasione della terza edizione di Open Jam, il più grande festival sulle prospettive del lavoro per gli under 30. L’evento promosso da TEHA Group e tenutosi a Rimini il 21 e 22 novembre scorsi, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, del Comune di Rimini e del Consiglio Nazionale Giovani (CNG) è un laboratorio dedicato a ripensare il significato del lavoro, alle sfide aziendali del nostro tempo e alle loro possibili soluzioni.
Dalla survey emerge che le giovani e i giovani che hanno fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro abbiano trovato un equilibrio tra – da un lato – il comfort della sicurezza offerta da un posto fisso con un buon salario, e dall’altro la volontà di affermarsi, veder riconosciuto il proprio valore, tutelare il proprio benessere psicofisico. Il 55% degli intervistati si ritiene “molto soddisfatto” del proprio lavoro, un quarto del campione esaminato addirittura “completamente soddisfatto”. Il 55% valuta che la propria retribuzione sia soddisfacente (tra “molto” e “completamente” tale) e il 93% afferma che quello salariale sia un parametro da “molto” a “estremamente importante” nella considerazione di un’offerta di lavoro. Emerge inoltre grande attenzione per la salute mentale: per il 36% è più importante dell’indipendenza economica e della soddisfazione professionale. Inoltre, il 99% degli intervistati ritiene che il riconoscimento del merito abbia un impatto “alto” o “molto alto” sul benessere individuale nel luogo di lavoro.
“I giovani di oggi sono alle prese con sfide e aspettative del tutto nuove sul mondo del lavoro. È anche per questo che la terza edizione di Open Jam ha visto la creazione di un manifesto in cui sono stati declinati principi e prese di responsabilità per realizzare ambienti di lavoro dove al centro ci sia il benessere delle persone. L’obiettivo è proporre una modalità innovativa di approcciare il mondo professionale, coinvolgendo i partecipanti e trasformandoli in agenti di cambiamento negli scenari del futuro, senza timore di costruire un ambiente dove la felicità per tutti sia un orizzonte praticabile”, dichiara Marco Grazioli, Presidente di The European House – Ambrosetti.
“Quello che emerge dal sondaggio, così come dalla terza edizione di Open Jam, sono importanti stimoli e linee guida per le aziende: è fondamentale creare contesti che favoriscano l’apprendimento continuo, lo scambio di competenze e partecipazione attiva. Solo così potremo costruire luoghi di lavoro che non solo rispondono alle esigenze attuali ma che siano anche propulsori di crescita e innovazione”, aggiunge Alessandro Braga, Head of JAM di The European House – Ambrosetti.
Un secondo sondaggio, sviluppato nei prossimi mesi sempre da TEHA Group, The European House – Ambrosetti, analizzerà il rapporto tra i giovani e il mondo del lavoro considerando alcuni dei macro-scenari che caratterizzano la contemporaneità: tra questi ci sono i cambiamenti demografici, gli equilibri e disequilibri globali, il ruolo del digitale e dell’intelligenza artificiale generativa.
Cosa pensano i giovani professionisti del loro lavoro
I giovani guardano con serenità al proprio lavoro: il 79% del campione analizzato si dichiara “completamente” (24%) o “molto soddisfatto” (55%), il 17% sostiene di esserlo “moderatamente” e solo il 4% “poco” o “per niente”. Si presenta uno scenario simile quando si chiede del compenso: il 17% sostiene di essere “moderatamente” soddisfatto, ma ben il 45% si dichiara “molto” soddisfatto e il 10% persino “completamente”. Solo il 17% ritiene di non ricevere un compenso adeguato (13% “poco soddisfatto”, 4% “per niente soddisfatto”). Compenso che per il 57% degli intervistati è “molto importante” quando si valuta una posizione lavorativa.
Cosa desiderano i giovani professionisti per il futuro
Per quanto riguarda le aspirazioni dei giovani professionisti, l’impiego stabile rimane di interesse: per il 66% del campione trovare un posto di lavoro in cui potersi esprimere e crescere è un obiettivo. Significativo il dato che pone la salute mentale e il benessere psicofisico tra le priorità dei giovani (con il 36% delle risposte), rispetto anche alla costruzione di una rete di affetti (22%), all’indipendenza economica (21%) e alla soddisfazione derivata dal lavoro (20%).
Il dato più rilevante, però, è forse quello che riguarda il riconoscimento del merito: il 99% del campione reputa che questo abbia un “impatto alto” (16%) o “molto alto” (83%) sul proprio benessere lavorativo. A seguire il salario: 97% tra “impatto alto” (42%) e “molto alto” (55%), mentre per il 12% degli intervistati i benefit economici rivestono un interesse moderato, per il 53% “alto” e per il 34% “molto alto”.
Significativi i dati sulla flessibilità oraria, che ha un impatto maggiore (36% “alto”, 58% “molto alto”) dello smart-working, che comunque rimane un paramento importante: 42% “impatto alto”, 44% “molto alto”, anche se per il 14% del campione ha un impatto che va da “nullo” (4%) a “minimo” (3%) o “moderato” (7%).
Un altro tema centrale sarà quello della gestione dei conflitti. Supportare i team attraverso nuovi modelli di leadership basata sull’ascolto offrirà una risposta ai giovani professionisti che chiedono sostegno psicologico sul lavoro: il 69% del campione intervistato da TEHA giudica questo come un parametro dall’impatto “alto” (45%) o “molto alto” (24%), mentre per il restante 22% è un tema dall’impatto “moderato”, e solo per il 10% “minimo” (6%), o nullo (4%) per il benessere individuale nel luogo di lavoro.